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Bimbi soli davanti al pc…

Dalle statistiche risulta che sette bambini su dieci se ne stanno da soli davanti al pc, navigando nel web, insidiati da siti non proprio da educande… Se un tempo Pollicino poteva perdersi nel bosco, ora i minorenni, anche molto piccoli – vista la precoce capacità infantile di “smanettare” col computer – possono incontrare pericoli virtuali non proprio da sottovalutare.
Quindi, non lasciamo soli i più piccoli attraverso i sentieri di Internet: qui ci sono trappole e lupi non meno affamati di quelli reali. Bisogna spiegare, stare vicini, chiarire, accompagnare, ricorrendo anche ad appositi filtri. Un tempo era la TV lo spauracchio per la diseducazione dei minori; oggi è la rete che non deve permettere ai minori di impigliarsi dentro le insidie delle sue maglie più oscure.
È la Symantec (azienda specializzata in sicurezza informatica) che ci offre le conclusioni sortite dalla sua indagine promossa in collaborazione con la International Crime Analysis Association (Icaa, associazione impegnata sul fronte della ricerca scientifica per la prevenzione dei comportamenti criminali e la tutela dei minori).
L’indagine rientra nel progetto «Pollicino nella rete: educare i minori a una navigazione sicura in Internet». I rischi non sono solo quelli di un uso eccessivo, con danni fisici e psicologici, che possono raggiungere il limite estremo di «crisi da stimolazione luminosa», che proprio ultimamente hanno colpito bambini rimasti troppo a lungo a giocare con un videogame, ma sono soprattutto quelli dei «brutti incontri».Infatti, secondo i più recenti dati Eurispes, in tutto il mondo sembra vi siano 70 mila siti pedofili. Gli utenti in rete per studio o divertimento, sono 13 milioni in Europa di cui un milione e mezzo in Italia.
I «chattanti», con amici o sconosciuti, vanno dagli otto anni in poi. E sulla rete possono incontrare anche malintenzionati, immagini violente, pornografia.
Oltre la metà dei bambini intervistati ha dichiarato di essere capitato almeno una volta in un sito pornografico e il 13% ha incontrato un pedofilo on line. Il 46% dei ragazzi ha dichiarato di non aver provato particolari emozioni. La maggior parte (70%) tace queste esperienze ai genitori, in parte perché li ritiene non adeguati, non in grado di capire, in parte perché si vergogna (dai dati condotti su 5.000 bambini italiani, a cura del Ministero delle Comunicazioni e dall’Unicef).
In Italia, il monitoraggio di oltre 100 mila siti web, da parte della polizia postale, ha condotto negli ultimi due anni alla denuncia di duemila persone che scambiavano materiale pornografico on line e all’arresto di cento presunti pedofili.
I bambini maggiormente a rischio – stando agli esperti in materia – sarebbero i più curiosi e smaliziati, tecnologicamente più avanzati, e soprattutto lasciati soli a navigare in rete. Il rimedio più efficace – affiancato a quello di una solerte e amorevole sorveglianza – parrebbe essere quello di informare i ragazzi delle insidie e dei pericoli in cui potrebbero incorrere, raccomandando loro di non lasciare mai indirizzi, numeri telefonici e dati personali. Il computer dovrebbe essere posizionato in un luogo centrale della casa e non nella stanza del bambino; i genitori stessi dovrebbero imparare ad usare Internet, proprio per seguire meglio i figli, leggendo le e-mail con loro e cercando di conoscere gli amici virtuali che incontrano. In sintesi: i figli vanno seguiti nel virtuale come nella realtà, se non si vuole incappare in amare e irrimediabili sorprese.

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 12 Settembre 2006

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