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Corriamo tutti insieme in …"blog"!

Certo è che dal tempo delle greche epistolé, la comunicazione ne ha fatti dei passi da gigante! I nostri padri latini corrispondevano - pure loro - per epistulae; i nostri bisnonni e nonni si scambiavano lettere a gogò, che potevano essere d'affari; di convenevoli; di condoglianze; ma - prevalentemente - erano lettere d'amore.
Per tutto l'Ottocento e il Novecento la comunicazione epistolare è andata ancora alla grande. E prova ne siano gli epistolari celebri (Gozzano-Guglielminetti; Carducci-Vivanti; Carducci-Lina Piva; Campana-Aleramo; Nietzsche-Lou Salomè; Lev Tolstoj-Aleksandra Andréevna Tolstàja, e potremmo andare avanti ancora a citarvene per pagine intere…). Da qualche anno la carta vera, il rapporto cartaceo palpabile, quello che ospitava il fruscio della penna sul foglio, è stato soppiantato dal rapporto virtuale, con l'entrata delle e-mail e degli SMS.
Carta e penna addio!
Anche la chat ha un posto di rilievo nella comunicazione virtuale (non virtuosa, spesso e volentieri!). La gente assume degli pseudonimi, nomi di comodo, dentro cui nascondere la propria identità, e così le varie gardenie, calliopi, o fiordipesco, entrano in contatto amichevole, amoroso, conflittuale, rincorrendosi od evitandosi nell'etere, correndo il rischio di soffrire o godere, come se avessero proprio incontri reali nel bar sotto casa, in un fiorito giardino, o nel chiuso di un'intima stanza…
Qualcuno si è sposato, addirittura con partner "chattanti", qualche altro ha scoperto che la bella con cui corrispondeva era un "bello" (ricordate il film La moglie del soldato?); molti restano delusi al primo reale appuntamento: in fotografia lei sembrava la Marini e nella realtà era segaligna, "tanto che non si sapeva se fosse voltata davanti o di dietro".
So di un milanese, volato a Londra sulle ali dell'entusiasmo, e rivolato a casa come una saetta, perché la fascinosa chattante gli aveva - distrattamente - nascosto di pesare centoventi chili, non inviandogli preventive foto, con la scusa che, era meglio mantenere la "sorpresa"…
Il computer, quindi, la fa sempre più da padrone e l'ultimo grido della moda è il "blog": me ne sono fatta uno persino io, incuriosita da questo mondo virtuale dei "bloggers" che comunicano attraverso siti mobili, con possibilità di postare commenti, sotto poesie, racconti, "tranche" di vita, osservazioni, opinioni, eccetera, eccetera.
E in Polesine, come vanno le cose?
Come nel resto del mondo.
Anche qui molti chatters, ed ora anche bloggers.
I cittadini del blog, a differenza dei chattanti puri, non cercano amori, appuntamenti, incontri erotici. Lo scopo principale dei "bloggisti"è quello di "postare", mettere in pagina propri scritti.
Temo che soprattutto leggano se stessi, preoccupati che il "counter" (contatore delle visite ricevute) proceda rapido, dando segno di grandi consensi ricevuti.
Qualcuno tiene un blog in forma di diario e ci mette a conoscenza di quando si taglia le unghie o su fa il bidet; qualche altro sproloquia di politica, blaterando contro questo o contro quello; ci sono gli animalisti, i salutisti, i rompiscatole, i presuntuosi, ma c'è anche tanta gente interessante, che sa veramente scrivere, qualche scrittore o poeta "vero", che naviga con gli altri, in una eterogeneità che riproduce la vita reale in maniera impressionante. Ovvero blog clone del mondo, con tutti i pregi e i di difetti dell'uomo in carne ed ossa.
C'è un prete di assidua presenza, che non nasconde la sua identità, parroco di un paesino delizioso, vicino a Perugina, sempre pronto a consigliare, confortare, umanissimo, una sedicente "pornostar" israeliana che scrive con ironia. E tutti convivono in un virtuale, talvolta (spesso) invidioso, girotondo!

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 12 Settembre 2006

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