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L’Italia dei manolesta

In fatto di furti e ruberie ci siamo piazzati proprio bene. Siamo quarti in Europa, ma non riusciamo a far diminuire le razzie. Complimenti! Sembra che in Italia gli investimenti anti- mariuolo non abbiano funzionato come altrove. Forse perché nel Belpaese il vizietto della mano lunga è più radicato che altrove? Ricordate I soliti ignoti con un in dimenticabile Totò che insegnava a rubare con stile?
A conti fatti, i costi pro capite dei furti è circa 52 euro a cittadino. In supermercati e magazzini si sono visti 107 mila ladri fermati in un anno. E il Polesine non è esente da questa piaga. Chi vi scrive su queste colonne è stata testimone oculare, anni fa, della scena pietosa di un vecchietto, improvvisamente “dimagrito” alla cassa di un supermercato dove gli avevano fatto depositare lo scatolame e altro che portava indosso, come un secondo vestito. Ed è noto che distratte signore – in passato – siano uscite dai grandi magazzini vestite a strati da più abiti sovrapposti. In seguito, i commercianti hanno ovviato a questo tipo di furti con segnaletica sonora che ha fatto svergognare i ladruncoli. Dicono che i poveri siano ladri e i ricchi cleptomani. Mah! Chissa? In un momento di crisi dei consumi come questo, il peso dei furti si fa sentire. Sui bilanci delle aziende, ma anche sulle tasche dei consumatori che oltre alle spese per le strategie antitaccheggio, devono fare i conti con prezzi maggiorati per ripianare i bilanci; questo ci viene assicurato dai ricercatori del Chermes-Bocconi, attenti studiosi del problema.
Il vizietto, nel suo complesso, è costato all’Europa 32.999 milioni di euro: 71,52 euro ad ogni cittadino comunitario. Il livello dei furti in Italia è leggermente superiore alla media europea: ogni anno vengono qui da noi colti in flagrante un numero di ladri pari agli abitanti di una città grande come Varese, assicura il responsabile del Center for retrait research. Apprendiamo inoltre che: mentre il fenomeno sta diminuendo in Gran Bretagna (leader nella classifica dei furti forse anche per i più alti livelli di criminalità) non diminuisce in Italia. Così come in Belgio/Lussemburgo, Germania e Svizzera. Cresce nei Paesi Bassi. I più virtuosi nel tener a bada i taccheggiatori sembrano essere i Paesi Baltici.
In Europa l’84% di tutte le perdite di magazzino è da collegare ai furti, messi a segno innanzi tutto dai clienti, dai fornitori, dai dipendenti. E sono proprio i lavoratori-ladri (che bella qualifica!) in continuo aumento, soprattutto in Gran Bretagna e Norvegia. E la situazione italiana? Anche in questo caso, siamo svelti a farci riconoscere in qualità di clienti, dipendenti e fornitori. I maggiormente saccheggiati sono i negozi generici e discount. I prodotti più ambiti: prodotti per la rasatura, macchine fotografiche digitali, dvd, cosmetici, borse, profumi. E saranno i primi ad essere protetti con le nuove etichette intelligenti. Solo tra un paio di anni entreranno in azione gli Rfid: sistemi di identificazione di radiofrequenza, l’ultima frontiera in fatto di controlli, ora sperimentati solo in un centinaio di punti di vendita. Per adesso i commercianti devono accontentarsi di etichette che accompagnano la merce nel loro viaggio dal fornitore agli scaffali, telecamere vere e finte, specchi e campagne moralizzatrici, volte a una “dissuasione discreta”, perché la privacy del cliente è sacra ed inviolabile, assicurano gli addetti ai lavori.

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 12 Settembre 2006

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