Articoli e servizi culturali


Pronte al sesso per aver successo: vero o falso?

Non sappiamo proprio quali pesci pigliare, o meglio a quale posizione prestar fede - riguardo al sondaggio choc, di cui la stampa ha diffusamente parlato - a proposto delle scelte di vita delle giovani italiane "pronte al sesso per avere successo". Il nostro atteggiamento di dubbio nasce dal fatto per cui sembra che il sondaggio in questione (così leggiamo in Panorama del 17 settembre) parrebbe essere una bufala, o ballon d'essay che dir si voglia, nato dall'estrosa creatività di Klaus Davi, maestro nel confezionare eventi mediatici, spacciando pseudonotizie.
Dunque dove sta la verità?
Viviamo veramente in una nazione popolata da ciniche ragazze disposte ad "unire l'utero al dilettevole", oppure il nostro immaginifico manipolatore di notizie ha voluto ancora una volta creare un caso? Non lo sapremo mai. Certo che, se fosse vera la prima ipotesi e se veramente Radio 105 si fosse preso il disturbo di interrogare 400 ragazze tra i 16 e i 19 anni, ricevendo la disarmante risposta di adesione a "proposte indecenti", pur di avere successo, non ci sarebbe da stare troppo allegri.
Tra queste pronte a tutto pur di vedere realizzato il loro sogno nel cassetto - sempre accettando l'ipotesi che la notizia sia vera - potrebbero esserci anche giovani rodigine o polesane comunque? L'interrogativo, per noi che viviamo in questa terra, si fa sempre più stuzzzicante.
I risultati riportati dalla stampa nazionale affermano che alla domanda: "Saresti disposta ad accettare una proposta per mero interesse?", il 31% delle 400 giovani ascoltatrici ha risposto un laconico "Sì". Il loro modello? La disinibita Demi Moore di Proposta indecente: bella, determinata, senza inibizioni, pur di farsi coprire di miliardi dal fascinoso Robert Redford. Molto attratte dalla fama anche un 14% di "possibiliste" che si nascondono dietro un "lo farei" e si capisce benissimo che, all'occasione, lo faranno. Un 9% di prudenti afferma che "prima dovrebbe pensarci bene". A consolazione di coloro che ancora credono nei principi morali, va detto che un 32% ha risposto: "piuttosto disoccupata, ma vendere il mio corpo mai".
Il 99% non lo confesserebbe mai - qualora lo facesse - a parenti o partner ufficiali o ufficiosi. Quindi è ancora valido il vecchio adagio "non caste, ma caute".
Sempre se questo sondaggio risponde a verità, e sempre se non è un parto del "guru di carta", o meglio di quel luciferino Kaus Davi di cui più sopra, il sogno delle "fanciulle in fiore" italiane sarebbe quello di diventare show girl, magari dopo essersi date a Pier Luigi Celli (direttore generale della Rai), per avere un lavoro in TV. L'avvocato Agnelli tiene un posto alto in classifica, quale ipotizzato munifico e riconoscente partner, sempre secondo quanto avrebbero risposto le disinibite ascoltatrici di Radio 105.
Sempre secondo l'inchiesta le più attratte da carriera, denaro, potere, sarebbero le giovani impiegate, seguite dalle universitarie e liceali. Al primo posto dei modelli parrebbe esserci Monica Lewinsky.
La psicologa Silvia Vegetti Finzi sul Corriere della Sera del 6 settembre, sottolinea come: "Bisogna capire quanta parte di gioco, di voglia di trasgressione, c'è in queste risposte. Credo che la realtà sia molto diversa. Un fatto è certo: assistiamo a una caduta di valori e di ideali. Per questo si impone il mito del successo a tutti i costi".
Certamente le letture e soprattutto i miti della TV e dello spettacolo in genere non coltivano e rafforzano l'interiorità delle gioventù di fine millennio, eppure anche noi siamo propensi a credere che - se questo sondaggio è stato veramente effettuato - abbia prevalso lo spirito ludico e birichino di chi ha voluto dare risposte eclatanti. Se il sondaggio invece è nato dalla fantasia del creatore di eventi mediatici, che cosa gli viene in tasca? Quale vantaggio? Sembra che questo teutonico trentaduenne apprezzi persino che si scoprano i suoi trucchi, pur di sottolinearne l'efficacia, o meglio pur di dimostrare il potere che ha conquistato quale astuto manovratore dell'opinione pubblica.
Sarà, ma noi non siamo ancora del tutto soddisfatti, la nostra visione resta nebulosa: insomma dove sta il vero e dove il falso?

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 12 Settembre 2006

Torna all'indice degli Articoli