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Sei vero o clonato?

Ci stupiamo che in Italia - e in questo senso ci sembra che il nostro "guardingo" Polesine non si sia ancora mosso - fioriscano convegni, commissioni inchiesta e statuti dell'embrione e si sfornino a profusione libri di etica della scienza, visto che - in Italia appunto - gli scienziati sono in magro numero, contrapposti al grasso esercito dei moralisti. Per chi volesse saperne di più, alla faccia di chi moraleggia a priori, consigliamo Bioetica dall'A alla Z, di Gianna Milano, edito da Feltrinelli, nonché Tecnica, medicina e etica del filosofo tedesco Hans Jonas, della Biblioteca Einaudi.
Queste letture potranno essere utili a chi vorrà affrontare scientificamente un problema spinoso e arduo come quello della clonazione che va suscitando un vero scandalo scientifico, per cui molta gente si va chiedendo : " A quale scopo doppiare gli individui, creandone di uguali ?".
Sembra che questa esigenza nasca dal desiderio di "perpetuare e moltiplicare l'eccellenza", per cui si clona una mucca da latte che produce il suo prezioso liquido in grande quantità, un purosangue che corre più forte di tutti e quindi - allo stesso modo - si potrebbe clonare esseri umani bellissimi o intelligentissimi, visto che sono riusciti così bene nell' "originale".
Moltiplicare i Beethoven o i Nietzsche o i Pasteur sarebbe certamente un fatto positivo per l'umanità ? Da parte del clonato, sapersi copia di un originale non gli toglierebbe un irreparabile perdita della libertà ? Ogni vita umana non dovrebbe trovare la propria strada e non perdere il diritto alla sorpresa ?
Questi e altri interrogativi vanno travagliando la mente di scienziati ed uomini comuni. Qualcuno sente riaffiorare lo spettro nazista che sterilizzava gli Ebrei ed eliminava i bambini con anomalie congenite. Resta comunque il fatto che è indispensabile una disciplina legislativa in merito ad un problema così grosso da apparire quasi fantascientifico. Resta comunque il pericolo per cui i governi - sulla spinta dell'allarme sociale - potrebbero reagire tagliando i fondi indiscriminatamente a tutte le sperimentazioni di biologia cellulare : questa sarebbe una pessima scelta poiché questo tipo di tecniche resta sempre la via migliore per comprendere le basi genetiche del cancro e poter indagare dentro le cause di gravi malattie quali la fibrosi cistica o la sclerosi multipla.
La clonazione resta quindi ancora in attesa, dietro l'angolo, per alcuni come uno spauracchio immorale e fantascientifico, per altri quali una voce di speranza : ai posteri l'ardua sentenza.
Passando da una clonazione seria, scientifica intendiamo, ad una clonazione metaforica, virtuale possiamo dire che in Italia, nel mondo e quindi anche da noi, in Polesine, l'effetto fotocopia ha vinto .Basta guardare le signore che vanno in palestra : tutte con una tutina uguale, usano gli stessi attrezzi per irrobustire gli stessi muscoli e assumere, di conseguenza le stesse sembianze... . Non sono anche loro delle clonate ? Per non parlare del loro linguaggio : " Non ci sono più le mezze stagioni, sarà colpa di Chernobyl, non si può più stare a lungo al sole per via del buco nell'ozono, i cibi non hanno più il sapore di una volta, le femmine sono più attaccate al padre, i maschi alla madre".
E via di questo passo infilando luoghi comuni su banalità, autoclonandosi verso una mediocrità che più che essere "aurea" è squallida, senza possibilità di miglioramenti. Tutte fanno la dieta, tutte guardano le telenovelas, tutte si lamentano dei mariti distratti.
Tutti quelli che vanno in Sardegna potrebbero riportare a casa filmini identici : hanno visto le stesse cose, con gli stessi occhi ; così dicasi se vanno a Cuba o in Messico.
Dov'è finita la fantasia, la possibilità di inventare la vita, una vita individuale, non clonata da nessuno ? Dov'è finita la gente che se ne frega del colesterolo e della carota che fa bene alla vista e dell'aglio che abbassa la pressione ?
Allarmarsi per Dolly ?
Allarmiamoci piuttosto per questa gente irreggimentata che ragiona con la testa dell'altro e copia la copia di un altro già fotocopiato.

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 12 Settembre 2006

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