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Semplificarsi la vita

La malinconia di settembre fatta di rimpianti per chi non ha potuto concedersi vacanze e di insofferenza da rientro per chi – più fortunato – ha potuto godere giorni di svago e libertà, porta fatalmente, a riflessioni non sempre oziose, spesso costruttive, atte almeno nelle buone intenzioni, a rendere più facile l’esistenza che, in questo momento storico così tormentato e cruento, non è delle più semplici, anche se noi, nel Polesine, dovremmo rallegrarci sotto il profilo dello starcene al riparo da guai immediati, rispetto al caos malsano delle metropoli e allo strazio insanguinato dei paesi in guerra.
Secondo i sociologi e gli addetti ai lavori, per rendere meno complessa la nostra esistenza, dovremmo innanzi tutto comprare solo quello che ci serve, eliminando il resto. Saggio consiglio – sottolineiamo – ma voce che si perde nel deserto, in epoca di telefonini (siamo la nazione che ne possiede il maggior numero!) di auto in numero esorbitante, di tecnologia avveniristica cui non sappiamo sottrarci. Se fossimo in grado di far tesoro di questa esortazione, secondo i saggi consigli, dovremmo lavorare meno, visto che l’ ”iperlaboriosità” è legata al fatto di dover mantenere consumi inutili, eliminando di conseguenza, tutto l’ “in più”. Per cui dovremmo riesaminare armadi e arredamenti, chiedendoci se abbiamo veramente bisogno di tutte queste cose… Archivi elettronici e non cartacei raccomandano questi nuovi guru della morigeratezza, due paia di scarpe, niente cellulare, pochi essenziali indumenti, via gli elettrodomestici non indispensabili (meno male che ci lasciano la lavatrice!) un solo prodotto universale di pulizia per la casa (speriamo che non ce lo facciano usare anche per le nostre abluzioni personali!), cibo semplice, solo i libri di cui non possiamo fare a meno, niente tv e soprattutto niente satellite (speriamo ci lascino la radio, almeno quella!).
Il movimento, nato in America – la strana terra contraddittoria che inventa le novità del progresso e nel contempo le vorrebbe cancellare – piace agli ecologisti, ma a noi molto meno. D’accordo che il consumismo sfrenato è una vera iattura, ma tra questo e una vita da mormoni, ci sarà pure un giusto mezzo!
Sempre i tecnici del vagheggiato benessere parlano anche dell’osservanza di doveri “naturali”. Il terrazzo e il giardino sono trascurati? È il momento di darsi da fare. Armati di forbici e zappe, diamoci a un’orgia di giardinaggio, smuovendo il terreno, eliminando fiori appassiti, tagliando rami sofferenti, concimando, mettendo a dimora bulbi. Anche il micio di casa e il cane abbisognano di coccole e cure, lavaggi e “tolettature”. Ma questo non contrasta col consiglio iniziale delle scelte spartane e del detersivo universale? Come potremmo rallegrare i nostri amici a quattro zampe con qualche sciccheria se il consumismo deve essere abolito?
La contraddizione dei consigli per una vita migliore si fa sentire ancora più forte con l’esortazione – più toniche, carine ed abbronzate – a saccheggiare i negozi, sostando in boutique e profumeria.
Sappiamo bene che sarebbe un consiglio da non seguire, siamo consapevoli del fatto che la vita da quasi mormoni sarebbe più savia e razionale e che il consumismo è uno dei mali del secolo, ma come poter negare il fatto che questo ultimo consiglio malandrino è il maggiormente tentatore? Peccato che il portafoglio si il più drastico e crudele dei freni!

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 12 Settembre 2006

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