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Presentazione di Mare Notte di Donatello Bellomo

Presentazione di Mare notte
C’è una trasmissione radiofonica pomeridiana molto seguita da chi ama la cultura e il libri in particolare - si chiama Farehnait e da qualche tempo ospita una rubrica che chiede ai lettori quale sia un buon motivo perché un libro venga letto.
Invitata a presentare «Mare notte» di Donatello Bellomo, anch’io mi sono chiesta qual è il buon motivo e mi è venuto spontaneo subito rispondere a me stessa che i motivi sono, in questo caso, molteplici.
È mia consuetudine non raccontare mai la trama di un libro in maniera capillare, onde non togliere curiosità ala lettore. Ma, prima di elencarvi le ragioni dei buoni motivi, vorrei anticipare qualche bocconcino, qualche hors d’oeuvre sul plot narrativo, affinché il mio discorso non resti campato in aria.
Con Mare Notte, l’autore dice di chiudere la quadrilogia iniziata nel 2001 con L’ultima notte sul Normandie, proseguita con L’uomo del cargo e con La donna della tempesta. Dice, ma speriamo che ci ripensi perché i suoi lettori si sono molto affezionati al capitano Cédric Destouches (che ha rubato il cognome, si fa per dire, al grande Louis Férdinand Céline, precipuo amore letterario del nostro autore) e al suo alter ego che è poi lo stesso Bellomo, in uno sfizioso gioco di doppi, in un doublage che di verte ed intriga chi sa leggere fra le righe.
Dunque, i protagonisti maschili sono ancora gli stessi, vi è la ripresa della ch’armante Pauline, una signora di classe, quintessenza della femminilità senza tempo. VI è un nuovo personaggio femminile, la pianista italiana Claudia Ricci che incarna un amore finito male del capitano.
Soprattutto c’è una polena, enigmatica, carnale più di una donna di carne, dotata di un cuore misterioso, dentro cui il lettore troverà più di quanto si aspetti. I giornalista skipper avrà il compito, ancora una volta, di sbrogliare l’intricata matassa, risolvendo l’arcano.
Insomma, un’idea globale ve la siete fatta.
E i buoni motivi?
1) Innanzi tutto la capacità bellomiana di farci affezionare ai personaggi, tanto che comprendiamo i lettori di Conan Doyle che sono insorti, dissenzienti riguardo la sparizione di Sherlok Holmes, fatto risuscitare in fretta dallo scrittore
2) L’abilità dello scrittore nel creare pagine costellate di coup de théâtre che mantengono l’attesa e lo stupore di chi legge.
3) La forza – spesso venata di scabra poesia - con cui ci fa sentire il mare. Lo sciabordio e il mugghiare delle onde, profumano la pagina, facendoci sognare il Cygnus, la bellissima barca del capitano.
4) Il pentagramma segreto che vibra dentro la scrittura ritmata da una musica jazzistica, cara al cuore di Bellomo che ha conosciuto gli astri americani del jazz e suona il sax tenore.
5) motivo il lessico, la marca semantica bellomiana fatta di un linguaggio parlato, vivo, guizzante che va diretto al cuore.
E poi, non ditemi che non siete ammaliati da questa copertina, ammiccante e misteriosa quanto basta perché non venga voglia subito di sfogliarne i contenuti, intrigati dal profumo di mistero che sentiamo uscire dalle pagine.. (g.g.)

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 06 Novembre 2008

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