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Il significato della notte
di Michael Cox, Longanesi

Il successo nella nebbia della Londra vittoriana
Quali sono gli ingredienti indispensabili perché un romanzo – ai giorni nostri – abbia un garantito successo? Se esistesse una formula magica, non ci sarebbero romanzi perdenti. Eppure, il caso occorso a Michael Cox, autore de “Il significato della notte” (Titolo originale. The Meaning of Night, Longanesi, pp.664, euro 18,60, a cura di J.J. Antrobus, trad. di Laura Cangemi) non può che suscitare la nostra ammirazione, perché ci rendiamo conto che i famosi ingredienti, quelli che determinano attualmente il successo, sembrano esser stati individuati dall’autore, ovvero: atmosfere brumose londinesi in epoca vittoriana del secondo Ottocento, sete di vendetta, bisogno di riscatto, eredità usurpata, amore impossibile, amicizia tradita. Ammirazione – dicevamo – riferendoci al fiuto dell’autore riguardo ai temi vincenti e soprattutto a quello della casa editrice anglosassone, la John Murray (di storico peso, tanto che pubblicò persino Jane Austin), che non ha esitato a sborsare un anticipo miliardario, contentandosi di leggere la trama appena abbozzata del thriller che da lunghi anni fermentava dentro la fantasia dell’autore di questa ponderosa opera prima. E non va dimenticato anche il particolare che a indurre a una rapida, febbrile scrittura alla fine è proprio stata la minaccia di una grave malattia, per cui Cox pensava di non avere più tempo davanti a sé.
L’incipit ci fa entrare senza preamboli nel cuore del thriller. Siamo a Londra nel 1854 e in una fuligginosa sera ottobrina si presenta davanti al nostro sguardo il cadavere di un uomo dai capelli rossi. Un omicidio senza vera motivazione, provocato dall’indole crudele di Edward Glyver, il cinico e spregiudicato protagonista che vuole mettere alla prova la sua capacità di uccidere per non rischiare errori col vero bersaglio del suo odio, quel Phoebus Daunt che considera il suo nemico mortale. Lo ha odiato da sempre, fin dagli anni liceali a Eton, ma il sentimento si tinge di progetti omicidi quando Edward, alla morte della madre, ritrovando dei documenti, si accorge che gli è stato usurpato, per diritto di sangue, il prestigioso titolo nobiliare di Lord Tensor, oltre a una strabiliante ricchezza. Provare il torto subito e riappropriarsi di quanto gli spetta, diventa lo scopo maniacale di questo inquieto personaggio attraversato dai demoni della vendetta, desideroso di riconquistare il proprio destino.
Recatosi a Londra, onde attuare il suo progetto, Edward trova lavoro proprio nello studio legale coinvolto nella segreta storia della sua nascita. Farà la scoperta per cui Lord Tensor, ignaro dell’esistenza di altri aventi diritto, ha deciso di nominare suo erede proprio l’odiato Phoebus. La soluzione più facile e soprattutto spontanea, sarebbe dunque quella di ucciderlo. Eliminandolo fisicamente, potrebbe riappropriarsi di tutti i suoi diritti di titolo e ricchezze. Edward non potrebbe proprio sopportare l’ingiustizia per cui il suo antico rivale, per colmo di misura ora divenuto anche acclamato poeta, si impadronisca di quanto gli spetta oltre che della donna da lui amata. L’ossessiva e pericolosa impresa del protagonista defraudato - un personaggio veramente sui generis, di geniale intelligenza, accanito bibliofilo, dotato di un io ipertrofico – diventa angosciante lotta per la vita, in un panorama di continua simbiosi tra verità e menzogna. Sullo schermo della vicenda si proietta in maniera inquietante lo sdoppiamento delle molteplici personalità del protagonista io narrante, alla disperata ricerca della propria identità, proiettando il lettore stesso dentro l’avvelenata atmosfera di odio e vendetta sul filo di un thriller psicologico di modernissima stesura. Non tardiamo quindi a credere che questo singolare romanzo, uscito da poco in Inghilterra, entrato subito nelle classifiche delle fiction, abbia già catturato l’attenzione non solo degli editori stranieri, ma anche di molti produttori cinematografici, pronti a sborsare astronomici compensi per la realizzazione filmica del soggetto.
Grazia Giordani

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 31 Ottobre 2006

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