Recensioni e servizi culturali


Americane avventurose; L'Anulare
di Cristina De stefano ; Ogawa Yoko, Adelphi

Dall'America al Giappone, figure di donne
Nel nostro cammino di lettori incontriamo case editrici interessate ai libri di cassetta, quelli che interessano un pubblico che cerca i “metri sopra il cielo”, fortunatamente esistono ancora editori raffinati che non solleticano il facile interesse, ma cercano di educare a scelte più dense di pensiero. Il mondo femminile da qualche tempo sta interessando Adelphi che ha puntato alto con Irène Némirovsky, Cristina Campo e, in questi ultimi giorni, con la sofisticata silloge di Cristina De Stefano, autrice di "Americane avventurose" (pp. 197, euro 18), un viaggio dentro la biografia emozionante di venti donne americane estrose sempre, geniali talvolta, atte ad offrirci un affresco di vita americana tra Ottocento e anni Sessanta del secolo che ci troviamo alle spalle. Subito brilla in copertina la bella immagine di Berenice Abbot (1898.1991), coi suoi capelli tagliati alla maschietta in segno di protesta, una spregiudicata ritrattista, persuasa che “il matrimonio è la fine per una donna che vuole fare il suo lavoro”. Incontriamo figure leggendarie come Lee Miller (1907-1977), dotata di una bellezza esagerata, come sopra le righe è stata tutta la sua esistenza,per cui sarebbe più facile dire quello in cui non si è cimentata, piuttosto che quello in cui ha dato prova di sé: “modella, musa, fotografa, reporter di guerra, viaggiatrice, chef…”. Nel saggio per “quadri” della De Stefano, incontriamo donne diverse, seppure unite dal sottile fil rouge della loro ribellione al convenzionale e allo scontato, come ardita è la prosa elegante di questa saggista che sa essere nel contempo dinamica e lieve, con rara bravura, offrendoci i ritratti delle sue “muse inquietanti” dietro cui occhieggia l’immagine di Ezra Pound o di Man Ray, poiché queste donne d’eccezione, spesso hanno condiviso la loro avventurosa vita con uomini ancor più eccezionali.
Dall’America al Giappone il viaggio non è solo geograficamente lungo, poiché lo è soprattutto per atmosfere e cifra letteraria, come a dire che dalla saggistica passiamo all’horror, per la penna di Ogawa Yoko – considerata una delle “ragazze terribili” della nuova letteratura giapponese, vincitrice dei più ambiti premi nel suo Paese, ormai sulla cresta dell’onda col suo ultimo "L’Anulare" (pp.103, euro 9), un libro di breve respiro, ma che inchioda il lettore alla pagina, invischiandolo dentro l’inquietante ragnatela di malate ossessioni. Qui incontriamo una ragazza che ha subito una piccola mutilazione all’anulare, lavorando in una fabbrica di gazzose, da cui si licenzia per entrare nel laboratorio dell’enigmatico signor Deshimaru dove si preparano esemplari di qualsiasi oggetto i clienti propongano con lo scopo di separarsi definitivamente da ciò che hanno perduto. Inutile sottolineare come sia surreale il clima e l’argomento, seppur trattato con una prosa di ingannevole semplicità, e proprio qui sta il grande pregio dell’autrice che ci trasferisce con sfrontata disinvoltura dentro un mondo feticistico in cui la donna sembra conservare il suo cortese asservimento al maschio (la giovane mutilata, verso il misterioso datore di lavoro di cui si è innamorata), contrapposto nel contempo, all’apparente sottomissione della protagonista che vedremo perseguire alla fine la propria scelta, come è bene che sia, in un horror, tanto sorprendente per noi occidentali.
Grazia Giordani

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 02 Novembre 2007

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