Recensioni e servizi culturali


Il treno
di Georges Simenon, Adelphi

E quell'uomo spento s'accende di passione
Un'infanzia disgraziata e un'adolescenza vulnerata dalla tubercolosi, avrebbero potuto marchiare a tinte drammatiche la giovinezza di Marcel Féron - abbandonato in tenera età da madre scostumata e padre ubriacone - protagonista de «Il treno» («Le train», Adelphi, trad. di Massimo Romano), ma la penna speciale di Simenon colora, volutamente, di note opache il carattere di questa scialba figura, un "uomo senza qualità", privo di progetti, di sogni, di ambizioni. Miope, non solo nella vista reale, Marcel si contenta del suo tran-tran di riparatore di radio che si accumulano nel negozietto, prospiciente il giardino della casa dove vive con la piccola Sophie e la moglie Jeanne, cagionevole, insicura, in attesa del secondo figlio. Dal destino di un uomo così scialbo ci aspetteremmo un cammino senza scossoni. Ma il romanziere belga, tiene in serbo per noi, suoi appassionati lettori, un colpo d'ala.
Maggio 1940. Le truppe della Wehrmacht occupano il Belgio minacciando i confini della Francia. Una fiumana di profughi, in un clima di disperata incertezza, prende d'assalto i treni. Marcel trova posto in un vagone bestiame, sotto lo scroscio della mitraglia tedesca separato da moglie e figlia. Proprio su quel vagone maleodorante incontra una misteriosa giovane donna vestita di nero, di cui non saprà altro - per tutto il tempo in cui viaggeranno insieme - che si chiama Anna, che è una cèca, ebrea, fuggita dal carcere di Namur. E la passione scoppierà fatale e il lungo viaggio che li condurrà fino a La Rochelle, renderà le loro esistenze inseparabili in una fusione muta di corpo e anima cui non potranno e non vorranno sottrarsi.
Simenon, contravvenendo alla sua cifra abituale, ci racconterà anche gli atti di eros più intenso, facendo dimenticare ai protagonisti la tragedia che li attornia: le miserie della guerra, i bombardamenti, i morti, l'amara sorte di sfollati e - nel caso di Marcel - l'essere stato separato dalla moglie, nella confusione convulsa di gente che si perde, muore, viene ferita. Dunque, un uomo così spento, s'accende di una fiamma che lo brucia e travolge insieme ad Anna, la straniera appena incontrata, estraniando entrambi dal mondo. Lasciamo il finale, pervaso di dramma, alla curiosità dei lettori di un' opera di rara bellezza letteraria.
Grazia Giordani

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 01 Febbraio 2008

Torna all'indice delle Recensioni