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Un pollastro a Hollywood
di David Henry Sterry, Adelphi

Avventure e disavventure di "un uomo da marciapiede"
È mai possibile provare pena e nel contempo ribrezzo? Parrebbero due sentimenti contrastanti, addirittura un ossimoro. E invece questa strana antitesi si verifica in pieno leggendo Un pollastro a Hollywood di David Henry Sterry (Titolo originale: “Chichen: Love for Sale on the Streets of Hollywood, pp.219, euro 18) che Adelphi ci propone ben tradotto da Andrea di Gregorio. Non stentiamo a credere che il protagonista, uscito dalla sua carriera di marchettaro, abbia dovuto ricorrere a lunghi anni di analisi junghiana per ritrovare autostima e voglia di vivere e riteniamo che aver trovato la forza di scrivere il racconto doloroso e ironico della sua singolare esperienza, non sia stato soltanto salvifico per la sua psiche, ma anche redditizio per le sue tasche, visto che le storie pruriginose – soprattutto se espresse con felicità di immagini e crudezza di linguaggio – piacciono a una larga fetta di pubblico non solo americano. Inoltre, non ultima circostanza favorevole, l’agente letterario che ha curato la pubblicazione è diventata la moglie di questo recuperato, ormai cinquantenne Sterry, dandogli Olive, la loro figlioletta appena nata.
Questo “uomo da marciapiede” è vissuto di sesso a pagamento, tra avventure scabrose e bravate non proprio da collegiale, da quando – diciassettenne – si è trovato alle spalle una famiglia scoppiata, con padre riammogliato con altra donna, madre divenuta lesbica, completamente privo di danaro e – per soprammercato – vittima di una cruenta violenza inflittagli da un negro vizioso che non ha avuto pietà della sua inesperienza. Sarà ancora un uomo di colore ad offrirgli l’opportunità di friggere polli in un fast food, facendolo, metaforicamente, diventare un pollo lui stesso, come arguiamo dal titolo, ovvero “un tecnico industriale del sesso”, fornito di cercapersone, alle cui chiamate risponde, per ingordigia di danaro, ogni volta compensato con cento dollari. Gliene capitano di tutti i colori, tanto che saremmo tentati di pensare che l’astuto autore, magari guidato dalla ancora più astuta agente letteraria, abbia qua e là calcato la mano, inframmezzando le pagine hard, con brani sentimentali, abilmente interposti, tali da suscitare la compassione di noi lettori, legati all’infanzia difficile del ragazzo, non proprio vissuto in una delle famiglie più ortodosse in quanto a costumi morali. Resta il fatto che Sterry sa scrivere, dosando dramma e humour con mano felice e gli episodi narrati, se un po’ ci raccapricciano, molto ci fanno sorridere, quando lo immaginiamo vestito di un solo grembiulino trasparente lavare i piatti, mentre due lesbiche paganti si trastullano alle sue spalle, oppure lo vediamo farsi coraggio nel “consolare” mature femmine americane tutto fuorché che appetibili, descritte in maniera esilarante. C’è anche una madre incestuosa che lo obbliga a indossare gli abiti del figlio morto. E vi risparmiamo i particolari.
Ora l’autore vive a Los Angeles, dove insegna scrittura creativa e lavora come attore di teatro, di cinema e televisione. Dal suo romanzo autobiografico ha ricavato un monologo andato in scena in molti teatri del mondo e al Festival Fringe di Edimburgo.
Grazia Giordani

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 07 Giugno 2008

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