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Quaderni della guerra e altri testi
di Marguerite Duras, Feltrinelli

Riaffiorano i ricordi della Duras
Si sa che gli inediti costituiscono un ghiotto boccone per gli editori interessati anche agli "antefatti" degli autori di cui stanno pubblicando le opere. Quindi, aver posto attenzione ai "Quaderni della guerra e altri testi" (pp. 323, euro 19,50) di Marguerite Duras (1914-1996) che la Feltrinelli ora ci propone, tradotti da Laura Frausin Guarino, deve essere stata una scoperta abbastanza emozionante, soprattutto se si tien conto del fatto che questi "Quaderni" costituiscono la parte più importante e sorprendente degli archivi che la stessa autrice aveva depositato all'Imec (Institut Mémoires de l'edition contemporaine) nel 1955. Scritti tra il 1943 e il 1949, sono rimasti a lungo chiusi nei mitici "armadi blu" della Duras, nella sua casa di Neauphle-le Château. La loro pubblicazione ci permette, quindi, l'accesso a un documento autobiografico unico di una scrittrice nota al grande pubblico soprattutto per il controverso romanzo "L'amante".
Il contenuto dei quattro quaderni va oltre il quadro della guerra, permettendoci soprattutto di accedere a una testimonianza preziosa sul lavoro letterario di una donna e scrittrice, singolare, sopra le righe. Qui troviamo racconti dove la Duras evoca i periodi fondamentali della sua vita, con particolar rilievo per l'infanzia e l'adolescenza in Indovina.
"Nessun'altra ragione mi spinge a scrivere (questi ricordi) - pone in chiaro l'autrice - se non questo istinto di riesumazione. È molto semplice. Se non scrivo a poco a poco dimenticherò". Insomma, la Duras ha bisogno di fermare sulla carta abbozzi e tracce della sua giovinezza indocinese e non solo, da cui trarre poi alimento per la sua attività letteraria. Rientrata in Francia, diciottenne nel 1932, ha preso parte alla Resistenza e ha militato nel dopoguerra tra le file del Pcf, da cui è stata espulsa nel 1950, come dissidente. Nei "Quaderni", appassionanti in sé, per l'abbandono e la naturalezza, a volte aspra, con cui sono scritti, indipendentemente dalle chiavi di lettura che possono offrirci inerenti le opere posteriori, troviamo in nuce anticipazioni, abbozzi di romanzi in corso, come La diga sul Pacifico, Il marinaio di Gibilterra o il racconto all'origine de Il dolore. Qui incontriamo quindi gli archetipi di quello che sarà in seguito l'inconfondibile stile durassiano.
Grazia Giordani
Pubblicato sabato 7 giugno 2008 in Arena, Giornale di Vicenza e Bresciaoggi

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 16 Giugno 2008

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