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Rendez-vous
di Christine Angot, Guanda

Una donna "sconveniente"
È soprattutto un turbinoso susseguirsi di appuntamenti mancati «Rendez- vous (pp.315, euro16,50) il nuovo romanzo di Christine Angot che Guanda porta in Italia in questi giorni nella traduzione di Francesco Bruno. Una scrittrice molto discussa questa quarantanovenne francese che sembra amare i temi scabrosi – in particolar modo quello dell’incesto, reale o presunto avuto col proprio padre. Parte della critica tende a classificarla “regina dell’autofinzione e dell’autocompiacimento”. C’è chi invece ne ammira l’audacia e lo spregiudicato mettersi a nudo giocando con se stessa e con i propri sentimenti.
L’incontriamo nel nuovo romanzo – diario intimo sfrontato e sincero - in veste di scrittrice innamorata persa di Éric, un attore di teatro che ci appare alquanto insicuro e recalcitrante. Quindi, non è un amore a due, una passione condivisa. Attorno alla bella signora convivono i ricordi di un marito da cui ha divorziato e di un compagno che ha lasciato, c’è uno psicanalista di cui sembra avere più che mai bisogno, anche perché gli abusi paterni riaffiorano persecutori, risvegliati soprattutto dalla relazione con un ricchissimo banchiere calvo, tutto fuorché un adone, ma dotato del fascino perverso che le richiama dolorosamente quello del padre.
Éric ha una moglie che lascia non si sa bene se per Christine o per motivi di stanchezza coniugale. La storia amorosa tra l’attore e la scrittrice – complice soprattutto una lettura teatrale a Tolosa che terranno a due voci sul canovaccio della vita reale di Christine – è claudicante, nel senso che per la donna si tratta di un amore appassionato cui non sa sottrarsi, per l’uomo è un sentimento più annacquato, con alti e bassi, sul filo di lettere e telefonate inevase, di tentennamenti, rinvii, in un trionfo di rendez-vous mancati.
Per sua stessa ammissione, l’autrice tende a rovinare i sentimenti per una specie di irrefrenabile ingordigia cui non può e non sa sottrarsi: «Quando piacevo a qualcuno che mi piaceva, e me lo confessavo, ero felice ma così impaziente di avviare una storia, così desiderosa di sapere con certezza che ci sarebbe stata una storia da sciupare tutto». Questa specie di ritualità nei suoi comportamenti, la rende perdente anche nei confronti di Éric che si sente assillato, braccato da una donna troppo insistente. E nel raccontare se stessa Christine è audace, caustica, disincantata. A molti apparirà sfrontata per il linguaggio crudo che non ricorre a filtri o perifrasi. Ad altri apparirà disperatamente sincera.
Grazia Giordani

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 03 Novembre 2008

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