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La nota segreta
di Marta Morazzoni, Longanesi

Bella e smonacata Storia e finzione unificate al meglio
Leggendo La nota segreta di Marta Morazzoni (Longanesi, pp.276, euro16,60) che – partendo da una base storica, liberamente romanzata, ci fa conoscere la contessina Paola Pietra, in clausura per imposizione dell’illustre famiglia - ci viene spontanea un’associazione d’idee con la vita di Marianna de Leyra, la manzoniana Suor Gertrude. Ma il parallelo è solo apparente, visto l’alone di sangue che lorda la vita della Monaca di Monza, in contrasto con l’allure avventurosa in cui sa farci immergere l’autrice milanese, a proposito della sua eroina e soprattutto con l’happy end del suo stuzzicante romanzo, talvolta venato di piacevole ironia..
Anche i tempi di Suor Gertrude e Suor Paola sono sfalsati di oltre un secolo, restando ferma però la simile sorte dell’esser monache senza vocazione..
Nota al grande pubblico per Il caso Courrier (premio Campiello 1988) l’autrice possiede il dono naturale della “narratrice storica”, capace di legare verità e verosimiglianza in maniera vivace e coinvolgente. E questa volta ci porta nel monastero di Santa Radegonda, nella Milano del 1736, dove incontriamo l’adolescente Paola, «una tredicenne di aspetto gradevole, ma non ancora definito. Poteva farsi una meraviglia di donna o non sbocciare affatto; al momento pareva niente di più di un grumo ombroso e scontento…» che – ultima di cinque figlie – dopo la vedovanza del padre, è costretta a varcare la soglia dell’austero convento. Dotata di una sensualissima voce di contralto, diverrà, crescendo in età, la prediletta di Suor Rosalba, violoncellista e a sua volta cantante provetta che – seppur ostacolata dall’ arcigna madre badessa – affinerà sempre più le naturali doti canore della giovane.
Persino un funerale può diventare galeotto nel propiziare sentimenti d’amore, perché è proprio durante una cerimonia funebre che Paola sviene, prontamente soccorsa da John Breval, diplomatico inglese, in missione presso l’Arciduca d’Austria. Affascinato dalla voce della ragazza, quasi un canto di sirena, il diplomatico diventa assiduo frequentatore delle messe cantate in Santa Radegonda. Sarà proprio l’aroma del tabacco fumato da John, rimasto sulla pelle della novizia, soccorsa dal nobile inglese, a risvegliare in lei sentimenti conturbanti – in un passaggio letterario che sarebbe piaciuto a Suskind, autore del bestseller Profumo - visto che è «un inconoscibile maestro quello che coordina la regia di un amore» e la vis olfattiva in queste pagine sembra avere una prevalenza determinante.
Complice Suor Rosalba che capisce lo struggimento dell’allieva prediletta, Paola fugge dal convento, incontro a una vita nuova, verso la libertà.
Una discreta locanda veneziana, alle Zattere, sarà il primo vero nido d’amore della novizia che ha gettato il velo e del diplomatico, corredato (ahilui!) di moglie e figli londinesi. Incontreranno il Doge, ci sarà un periglioso viaggio in mare – con assalto dei pirati berberi - per la ragazza fattasi sempre più ardita, prima di ricongiungersi col suo innamorato a Marsiglia, proseguendo alla volta di Londra. Dall’Inghilterra la giovane inoltra richiesta al tribunale del Sant’Uffizio di annullare i voti perché presi sotto la minaccia di coercizione fisica e quindi le fu dato di sposare il suo Breval, divorziato dalla prima moglie.
Al di là della trama più che romanzesca, le pagine della Morazzoni si devono leggere per l’eleganza aerea del lessico, per la capacità di ricamare particolari ed emozioni sopra un canovaccio storico, già un po’ romanzato da Giuseppe Rovani nel suo Cent’anni «in cui compaiono personaggi veri – afferma la nostra autrice -, elaborati dall’interpretazione dell’autore (…). Scivolando su quanto di storico e veritiero sta alla base della vicenda della nobildonna milanese, mi sono concessa tutte le libertà dell’invenzione e delle suggestioni che il personaggio mi ha offerto. Benedette libertà.
Grazia Giordani
Pubblicato in Arena martedì 27 aprile 2010

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 28 Aprile 2010

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