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Chiedi scusa, chiedi scusa!
di Elizabeth Kelly, Adelphi

PIù assurdo di così c'è solo un film o magari la realtà
Con buona probabilità sarebbe piaciuta a Eugène Ionesco, il provocatorio autore teatrale anti-pièce o avrebbe trovato sintonia con l’atmosfera scanzonata di John Updike ne Le streghe di Eastwik, l’opera prima di Elizabeth Kelly, Chiedi scusa!Chiedi scusa! (Adelphi, pp. 349, euro 19,50, traduzione di Ombretta Giumelli), ma onestamente, dobbiamo ammettere che pur apprezzando la penna al vetriolo - tanto tragicomica quanto toccante - della giornalista canadese, un po’ la sua scrittura ci sconcerta per l’eccesso di clima da cartone animato, come a dire che spesso avvertiamo un tono sopra le righe, ai nostri occhi ipertrofico.
Comunque, il romanzo si legge volentieri perché diverte, introducendoci in una lussuosa dimora tra le dune di Martha’s Vineyard, che parrebbe essere rifugio ideale per le vacanze estive della società ricca del New England. In questa casa, invece, in luogo di fastosi ricevimenti, s’indicono raccolte di fondi a sostegno delle più disparate iniziative insurrezionali e si combattono schermaglie fisiche e verbali piuttosto violente.
Qui abita il clan dei “fantastici Flanagan”, stirpe irlandese lontana da qualsiasi preoccupazione economica, grazie al foraggiamento di un altezzoso e temuto capostipite, detto il Falco, magnate dei media, quindi arbitro totale del buono o cattivo tempo, in senso metaforico. Qui vivono, a fianco degli umani, una vera canea di abbaianti di tutte le taglie a fare da controcanto a Charlie Flanagan, donnaiolo, beone impenitente e senza scrupoli (capace di congiungersi persino con la suocera), la moglie – Anais – maliarda ereditiera di simpatie sovversive. Il loro ménage naviga sempre tra divertimento e crudeltà. Tema insistito, nel romanzo, l’ossimoro della crudeltà divertente, forse l’argomento meglio riuscito di tutta la narrazione.
Dell’educazione (si fa per dire) di Collie e Bingo che portano nomi di cani, figli dell’estrosa coppia, si preoccupa lo zio Tom, fratello di Charlie – soprattutto quando non è impegnato nell’addestramento dei piccioni o in qualche colorita rissa verbale. I due fratelli sono l’uno il negativo dell’altro. Se Bingo è scapestrato e seduttivo, Collie, io narrante della trama, è serio, studioso, pieno di finezze, sensibile, capace di ammirare la magia di un roseto o la classe di una villa in stile georgiano, destinato ad essere l’erede del nonno plutocrate, eppure schiacciato dall’atteggiamento dei familiari nei suoi confronti, al punto da sentirsi «l’equivalente di una voce moderata in un’Irlanda divisa». Tutto il clan – soprattutto la madre – gli preferisce il fratello malandrino. La trama è complessa, piena di colpi di scena abbastanza improbabili, volutamente in linea con l’aria pazzesca che si respira in queste pagine. Il finale è a sorpresa, ma non potrebbe essere altrimenti. Un epilogo banale qui sarebbe stato una vera stonatura.
Grazia Giordani
uscito il 22 luglio 2010 in Arena, Giornale ddi Vicenza e Bresciaoggi

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 03 Ottobre 2010

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