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La figlia del decoratore
di Rachel Hore, Corbaccio

Rachel Hore compone i pezzi per la storia romantica ideale
Chi ama la letteratura romantica troverà particolarmente delicato il nuovo romanzo di Rachel Hore La figlia del decoratore (Corbaccio, pp.421, euro18,60, traduzione di Manuela Frassi).
L’autrice londinese, responsabile di un a casa editrice, dopo il successo dei suoi due primi romanzi Una casa da sogno e Il giardino dei ricordi, ci porta con la sua nuova opera a Minster Glass, in un piccolo laboratorio polveroso, situato nel quartiere dietro Westminster a Londra.
Il proprietario, Edward Morrison, da anni decora e restaura vetri e vetrate. Sono dieci anni che la figlia Fran manca da casa. Dieci anni trascorsi a inseguire la sua carriera di musicista, ma soprattutto ad allontanarsi da un padre amato, ma molto chiuso ed ombroso, in quanto afflitto dal dolore per la perdita della moglie.
L’improvvisa malattia di Edward costringe la figlia a tornare a casa, prendendosi cura anche della bottega insieme al collaboratore del padre, a Zac, da anni valido esperto nella lavorazione del vetro. Insieme accettano di portare a termine il restauro di una splendida vetrata di una chiesa che rappresenta la figura di un angelo. Sarà molto difficile – un vero puzzle – ricomporre i frammenti di vetro colorato sulla traccia di documenti ritrovati in laboratorio. Fran si accorgerà così che dietro quest’opera d’arte si cela una appassionante storia d’amore avvenuta tanti anni prima, protagonista l’ottocentesca Laura.
Qual è il legame di Fran con Laura? E di Laura con l’angelo?
Fran subisce un processo di identificazione con l’eroina del passato e in maniera tanto romantica, quanto tortuosa, arriva a conoscere la verità sulla propria madre.
Il percorso è lungo, costellato da continui rimandi tra passato e presente, abitato da amici d’infanzia ritrovati, illusioni d’amore, sofferenze, conflitti dell’anima, com’è bene che sia in una storia romantica che si rispetti.
Il finale è abbastanza a sorpresa, tenendo conto del fatto che il lettore più accorto avrà saputo coglierne i segnali, ma ciò non toglie che la lettura sia piacevole, espressa in prosa elegante, ricca di colore, capace di trasportarci in una Londra gremita di suggestioni, attorniati da personaggi ben caratterizzati, atti a catturare la nostra attenzione di lettori intenti a procurarci una distensiva evasione.
Grazia Giordani
Pubblicato martedì 14 settembre 2010 in Arena, Giornale di Vicenza e Bresciaoggi

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 05 Ottobre 2010

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