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Buio d'amore
di Marco Vichi, Guanda

Tutte le sfumature di amori difficili
Provocante e un po’ stralunata la nuova silloge di racconti – Buio d’amore di Marco Vichi (Guanda, pp.211, euro16) ci fa conoscere tutte le sfumature di un sentimento spesso fallimentare e talvolta malato con figure femminili sia arabe, ungheresi o italiane che la danno buca ad uomini troppo ingenui o presi dall’infocato sentimento che può raggiungere persino il limite dell’incesto come in Tempesta dove un fratello e una sorella, soli nella casa al mare, rischiano in maniera pericolosa («Da bambini giocavamo spesso insieme, lottavamo, ci picchiavamo… e come per gioco le baciai il collo…»), salvandosi in corner, complice il fragore dell’uragano.
E c’è una donna che si vendica del maschio – considerato in senso generico - millantatore delle sue performance amorose, facendo scontare la pena a un vanaglorioso arricchito che ha avuto la malaugurata idea di soccorrerla con l’auto in panne, nel racconto Notte brava dove le note hard suonano più forte che mai.
Strano e abbastanza straziante in Ci amavamo la consegna da parte di un uomo maturo e ammogliato, affidata alla giovanissima amante di comunicare, dopo la sua morte, il sentimento che li aveva legati, niente meno che alla madre, a una sua ex e alla povera ignara moglie. Eppure, non avviene poi nulla di tanto tragico, perché la moglie, dopo una prima reazione comprensibilmente violenta, si congeda dalla giovane Valeria in maniera insospettabile, secondo la logica comune («A un tratto Claudia alzò una mano e le fece un saluto. Adesso Valeria aveva l’impressione che stesse sorridendo. Anche lei alzò la mano per ricambiare il saluto, e se ne andò lungo il viale, fissando una nuvola che si muoveva lenta nel cielo»).
A onor del vero, in questa raccolta, l’amore non è solo guai, può essere anche se raramente, la saggezza centenaria della spiritosa nonna in Una, consapevole che il nipote «prende fuoco come un fiammifero e dopo una settimana corre già dietro a un’altra topina», indotta a leggere nelle carte il complicato intreccio delle volubili relazioni dell’incostante ragazzo.
Il cinquantaquattrenne autore fiorentino, che già conosciamo per racconti, romanzi e testi teatrali, oltre che per la serie dedicata al commissario Bordelli, certamente si propone di épater le bourgeois, come a dire che si diverte a sbalordirci, abile nel creare finali non prevedibili, con finezze teatrali, come possiamo costatare soprattutto in Valentina, ultimo racconto della raccolta – che, a nostro avviso – sarebbe piaciuto molto a Moravia -, dove la protagonista è attraversata dal tormentoso dubbio di scelta tra l’amore (ma è poi amore un simile sentimento?) per l’attuale maturo amante e il rimpianto per il giovane che lo ha preceduto. Li farà incontrare e conoscere. Ci sarà una cena a tre. E l’epilogo lo lasciamo al lettore per non far torto a Marco Vichi e alla sua prosa ironica ed asciutta, venata di scagliosa poesia, un lessico scanzonato e divertente, pur trattando situazioni di tortuosi e sofferti sentimenti.
Grazia Giordani

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 14 Marzo 2011

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