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Pranzo di famiglia
di Renate Dorrestein, Guanda

Svelare ai normali qual è l'arte dell'essere diversi
Ẽ stato un felice incontro per gli appassionati di letture aliene da banalità quello uscito dalla penna dell’olandese Renate Dorrestein, nata nel 1954 ad Amsterdam, che con il suo nuovo romanzo Pranzo di famiglia (Guanda, pp.283, euro17,50, traduzione di Laura Pignatti) sa raccontarci con levitas e divertita commozione una storia difficile, addirittura borderline, al limite del verosimile, driblando sempre la facile trappola del grottesco o addirittura del demenziale in cui avrebbe potuto incorrere, pecca che rileviamo talvolta in esempi della letteratura attuale.
In queste pagine incontriamo Igor, un ragazzone con problemi mentali, chiuso dentro un suo mondo quasi autistico, allevato da Nettie, la giovane nonna, quarantottenne, ragazza madre della sconsiderata figlia Jolie, a sua volta madre senza marito, tossicodipendente, squinternata, a cui la legge sottrarrà il figlio per affidarlo alla nonna che – nonostante i modesti guadagni di guardiana dei bagni pubblici – lo alleverà con grande amore e senso materno.
Certo. Nettie è una nonna sui generis con una coda di cavallo nera come l’inchiostro, jeans attillati e stivaletti con i tacchi a spillo, ma, sebbene abbia alle spalle un passato da hippie, sa crescere con grande amore quel nipote particolare, insegnandogli fra l’altro che ad esser normali sonpo capaci tutti, ‹‹ma essere diversi, quella sì che è un’arte››.
Quella della Dorrestein è soprattutto una storia di solitudini alienanti che sanno trovare sollievo però in una catena di solidarietà tra cui spicca quella di Nettie, sorretta dall’affettuosa amicizia per Stanley che viene dal Suriname e gestisce una piccola tavola calda, con cui l’energica protagonista condivide anche la grande passione per la cucina.
Tutto cambia e sembra crollare quando Igor che di giorno monta roulotte in una cooperativa sociale, incontra Lisa, una ragazza dalla chioma tinta di verde, tanto furba quanto svitata, che vende il giornalino dei senzatetto davanti a un supermercato. Questa strana ragazza riesce a coinvolgere e sconvolgere Igor in un’avventura drammatica, col rapimento di una bambina che solo l’intervento di Stanley, riuscirà a far sì che non si muti in tragedia.
Una storia simile avrebbe potuto franare dentro l’insidia del patetico o dell’improbabile, invece l’autrice evita abilmente tutte queste facili trappole giocando con i diversi piani del tempo e della coscienza, esplorando con raffinato acume l’animo femminile nelle sue pieghe più dolenti, capace di coniugare tenerezza e paure, rivelando un sua vis psicologica che dalle ambiguità morali e sociali dei giorni nostri sa trarre ispirazione per pagine rapide e dotate di umanissimo realismo.
La follia, l’emarginazione e il dolore ci appaiono aspetti naturali della vita.
Grazia Giordani
Pubblicato martedì 6 settembre
Pubblicato martedì 6 settembre nei 3 quotidiani consueti

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 10 Settembre 2011

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