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Un invito a cena di troppo
di Ismail Kadaré, Longanesi

La tragedia greca sposata a Kafka rinasce da Kadaré
Non si ha dubbi, fin dalle prime pagine, leggendo Un invito a cena di troppo dell’albanese Ismail Kadaré (Longanesi, pp.212, euro 18,60, nella bella traduzione di Maria Laura Vanorio) che l’autore, oltre ad essere uno dei più grandi scrittori viventi, sia un poeta di raffinato talento, per il lessico, sottolineato dall’atmosfera capace di librarsi tra storia e leggenda, in un clima fatato e nel contempo crudele, come accade nelle più belle favole nere, quelle che privilegiano l’enigma. E l’enigma, infatti, è il vero protagonista della narrazione che abbraccia un vasto arco temporale: dal 1943, fino al dopoguerra e agli ultimi anni di Stalin, ovvero alla prima metà degli anni Cinquanta. Teatro dell’azione è Argirocastro. Siamo nel settembre del 1943 e la città, reduce dall’occupazione italiana, assiste con apprensione all’arrivo dei blindati tedeschi, visto che, per ritorsione a un’imboscata contro la propria avanguardia, il colonnello nazista Fritz von Schwabe ha ordinato un rastrellamento di ostaggi da fucilare. Quando tutto sembrava perduto, con un inaspettato colpo di scena, il dottor Gurameto, notabile della città, invita a cena il colonnello, suo vecchio compagno di università in Germania e da qui prende avvio la rocambolesca girandola di ipotesi, vero cuore del romanzo. Che cosa si sono veramente detti quei due vecchi amici nel corso della cena? E perché il colonnello si è lasciato persuadere, contro ogni aspettativa, a rilasciare tutti gli ostaggi, compreso – incredibile a dirsi – persino il farmacista ebreo? (‹‹Nella piazza del municipio, nell’oscurità, i quaranta ostaggi che erano rimasti tremavano per il freddo. Tra loro, paralizzato più degli altri, c’era l’ebreo Jakoel. Avrebbe voluto dire: Consegnatemi, salvatevi la pelle, ma la mascella si rifiutava di obbedirgli. Intorno a lui calma e silenzio. Era la prima volta da tanti anni che nazionalisti, monarchici e comunisti, sempre in disaccordo su tutto, la pensavano su di lui alla stessa maniera››. ) Il mistero si gonfia e modifica di pagina in pagina, con l’accavallarsi delle possibilità sussurrate dalla coralità degli abitanti del luogo che assumono le sembianze di un vero coro di tragedia greca, dove non manca nemmeno il cantore cieco che predice rovina.
E se il colonnello non fosse veramente Fritz von Schwabe, ma un suo amico che da lui, morente, ha preso la raccomandazione di recarsi a trovare il medico albanese? E se fosse un morto, risorto dall’avello, in linea con la leggenda popolare? Realtà e leggenda si legano e slegano nel corso di tutta la narrazione, con la forza di un raffinato e nel contempo poetico romanzo giallo. Scandita dalle note prepotenti del grammofono, quella cena, folta di enigmi, aleggerà a lungo nei racconti degli abitanti di Argirocastro, tingendosi di supposizioni sempre più favolistiche ed inquietanti. Impossibile riassumere pagine di questo calibro, di cui si può dare al lettore solo una larvata impressione, anticipando che il medico, anfitrione della cena dei misteri, subirà addirittura un terribile processo (difficile scordarsi di Kafka a questo punto). L’istruttoria che ne segue, condotta da giudici zelanti e divorati dall’ambizione, si frantumerà dentro un caleidoscopio pazzesco di verità impossibili. Tutto questo perché dieci anni dopo la leggenda della famosa cena, anche il morente Stalin vorrebbe far luce sul nebuloso avvenimento che, nella sua mente annebbiata, potrebbe aver addirittura generato il germe di un complotto ebraico contro il blocco comunista. E la voce di Kadaré ci appare assumere toni sempre più alti nel descriverci il dramma di una città sospesa nel tempo, dove ingenuità e ferocia sembrano aver stipulato un indissolubile patto.
Due volte in odore di Nobel, Kadaré nel 2005 è stato il primo vincitore del Man Booker International Prize e nel 2009 è stato insignito del prestigioso Principe de Asturias de las Letras.
Grazia Giordani
pubblicato sabato 3 marzo 2012 nei consueti tre quotidiani

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 14 Marzo 2012

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