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I libri ti cambiano la vita
di Romano Montroni, Longanesi

Un libro è per sempre
Se Michael Cunningham ha detto e scritto che ‹‹la letteratura è specchio della vita››, Romano Montroni si spinge oltre, sostenendo una tesi ancora più forte nella sua silloge antologica I libri ti cambiano la vita (Longanesi, pp.348, euro 14,90). L’autore, saggista-libraio, convinto che ‹‹una libreria, se gestita con intelligenza e passione, può diventare un giardino di emozioni in grado di incuriosire anche chi legge poco o niente››, ci offre un vero florilegio di confidenze libresche strappate, si fa per dire, a cento scrittori, tra cui figurano nomi di spicco, misti ad altri meno famosi. Citiamo Camilleri, Arpaia, Aspesi, Bartezzaghi (che si dice fan del vocabolario Zingarelli, e come avrebbe potuto essere diversamente?) e dove scopriamo che Gherardo Colombo, grazie a Pena e retribuzione del gesuita tedesco Eugen Wiesnet ha capito che ‹‹che il carcere è in antitesi col riconoscimento della dignità dell’uomo›› e non è che questa affermazione ci sembri il massimo dell’originalità. Dove Stefano Benni ammira in particolar modo E.A.Poe – suscitando del tutto il nostro consenso - , rafforzato dalle scelte di Alessandro Bergonzoni che predilige Guy de Maupassant. Isabella Bossi Fedrigotti opta per la Yourcenar e per Màrai. Tutte scelte che ci vedono solidali. Pietrangelo Buttafuoco va sul sicuro appoggiandosi all’indiscusso Rostand col suo Cyrano de Bergerac sostenendo che il libro che ha cambiato la sua vita ‹‹ha baffi da sparviero, gambe da cicogna e un naso lungo e importante che fa la differenza rispetto alle vicende della prosa››. L’Odissea. capolavoro dei capolavori, è prediletta da Eva Cantarella; Gianrico Carofiglio opta per Dickens. Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa – un vero caso letterario, pubblicato post mortem dell’autore - ha insegnato tre cose importanti a Pietro Cheli (e le lasciamo scoprire al lettore della silloge). L’interpretazione dei sogni di Sigmud Freud ha cambiato la vita di Renata Colorni, spiazzandoci un po’ poiché avremmo pensato fosse entrato tra le scelte di Vittorino Andreoli che, invece, sceglie il nostro autore prediletto in assoluto, Feodor Dostoevskij, con I fratelli Karamazòv . Giuseppe Culicchia si è visto cambiare la vita da Fiesta di Hemingway; Diego De Silva è rimasto toccato da Un amore di Dino Buzzati. Naturalmente, saltabecchiamo da un autore all’altro, impossibilitati a citarli tutti, lieti di viaggiare dentro questo caleidoscopio di segni e di sogni, facendo nostre le confidenze di oltre cento autori che giustificano le loro scelte, coinvolgendoci ed incuriosendoci di pagina in pagina.
L’incipit – derogando dall’allure alfabetica – è dato a Lucio Dalla, perché ‹‹Di tutti gli amici che ho coinvolto in questo libro – scrive Montroni – ce n’è uno che purtroppo non potrà mai sfogliarlo››. E così apprendiamo che il compianto cantautore, uomo di splendide letture, cita in particolare Io e Dio di Vito Mancuso che, se non gli ha cambiato la vita ‹‹gliela ha fatto capire meglio, con grande tenerezza››.
Ci stacchiamo a fatica da questa lettura, pronti a ritornare sulle pagine, felici di entrare nel cuore e nelle scelte di scrittori che hanno contribuito a creare un pregevole libro nel libro, maxi affresco letterario dentro cui perdersi per ritrovarsi.
Grazia Giordani
Pubblicato domenica 26 agosto 2012 nei consueti tre quotidiani

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 08 Settembre 2012

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