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Il tempo tagliato
di Silvia Longo, Longanesi

Ricerca del tempo Quanto va buttato Questo è ritrovato
Silvia Longo è una scrittrice alla sua prima prova. Prima d’ora nessuna pubblicazione. Eppure, il suo Il tempo tagliato (Longanesi, pp.206, euro12,90) è una vera chicca per originalità di trama e per la marca semantica del lessico così curato e, nel contempo, fulmineo. Leggendo questo romanzo d’esordio si ha la sensazione di percepire in diretta - quasi vi si fosse tuffati dentro a nostra volta -, lo scorrere del tempo, il ticchettio di un orologio, il suono di orchestrali in sottofondo, a fare da controcanto alla narrazione, perché nell’ottica della Longo, che si fa subito nostra, il tempo è protagonista assoluto. Tempo dell’amore, del mutare delle stagioni, della musica su cui sembrano fluttuare i personaggi: Viola, figura femminile enigmatica e contraddittoria che credeva di essere votata al sacrificio, quasi questa fosse una sua missione, alla ricerca del suo vero tempo interiore; Federico, l’autoritario marito, famoso direttore d’orchestra, scaramantico al punto da attribuire ad un antico orologio da cui non sa separarsi, la capacità di scandire il pentagramma delle sue partiture; Mauro, pure legato a doppio giro al mondo della musica, conosciuto da Viola durante una manifestazione in memoria del marito, in un caldo pomeriggio di giugno, quando ormai la vedova del grande ed egocentrico musicista si sente vuota e inutile, visto che le sue giornate, senza la presenza di Federico – la figlia ormai indipendente e lontana da casa -, sembrano ormai prive di scopo.
L’incontro con Mauro, poco più che un estraneo per la donna, sarà fatale, perché Viola inizierà a raccontargli - nel corso di un viaggio a due che ha il sapore di una fuga - la storia del suo matrimonio, un’unione come tante e nel contempo eccezionale. Sotto i nostri occhi e dentro i nostri pensieri, si snoda il percorso vitale di una famiglia, rivelata attraverso flash-back di raro fascino evocativo. La scrittura diventa quasi cinematografica, Viola non è soltanto con Mauro, è anche fra noi e con noi, mentre ricorda, prendendo coscienza della scoperta di una inattesa e sconvolgente verità che danneggerebbe l’interesse del lettore se noi la rivelassimo per intero, ora.
Grande capacità dell’autrice è anche quella di saperci presentare un universo umano fatto di gente che non si adagia inerte per sempre, ma è animata dalla voglia di cercare un cambiamento, seppur vulnerata da mille insicurezze e contraddizioni che la musica, in gamma infinita di toni, sembra poter alleviare.
‹‹L’idea di scrivere questo libro – afferma l’autrice - mi è venuta osservando come molte persone spesso sacrifichino il loro tempo, a causa dei troppi impegni e delle responsabilità. Succede un po’ a tutti prima o poi, uomini e donne, ma in modo particolare a chi vive i rapporti affettivi senza risparmiarsi e a chi affronta il lavoro e ogni altra occupazione con un forte senso del dovere. Sentivo di doverne parlare, e spero che il mio libro possa far riflettere su quanto si soffra per la privazione del proprio tempo personale. Anche quando ce la imponiamo da soli, per rispondere a ogni esigenza intorno, che si tratti di affetti o lavoro››.
Tempo oggettivo e soggettivo in questo bel romanzo hanno trovato il loro significato in letteraria pienezza, e soprattutto quello di Viola da tagliato, come leggiamo nel titolo, sarà nell’epilogo un tempo ricomposto e, in un certo senso, addirittura ritrovato.
Grazia Giordani
Pubblicato nei consueti quotidiani domenica 2 dicembre 2012

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 19 Gennaio 2013

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