Recensioni e servizi culturali


Andorra
di Peter Cameron, Adelphi

Il Peter Cameron degli esordi già imprevedibile

Il Peter Cameron degli esordi già imprevedibile

Lo Staterello è spostato in mare e fuoriluogo sono anche gli attori



Chi ha apprezzato Quella sera dorata o Coral Glyn, per citare due fra gli originali romanzi di Peter Cameron, troverà interessante anche Andorra (Adelphi, 236 pagine, 18 euro, traduzione di Giuseppina Oneto): pur appartenendo alle opere iniziali di Cameron, risulta molto accattivante, non solo per la trama coinvolgente e il finale imprevedibile, ma anche e soprattutto perché questo autore non finirà mai di sorprenderci.
Protagonista dell'azione è un quasi Mattia Pascal americano. Si chiama Alexander Fox e ha deciso di lasciarsi tutto il passato alle spalle, recandosi nel minuscolo Stato di Andorra arroccato sui Pirenei. Innanzi tutto, perché il travisamento geografico, o meglio il trasporto di questo Stato montano, che nel romanzo è un'isola in mezzo al mare?
Probabilmente l'estroso Cameron ha voluto giocare un po' con noi lettori, regalando una allure metafisica alla vicenda; oppure gli è parso opportuno aggiungere una nota in più al suo concerto di stranezze, creando una realtà sbilenca che lega molto con la sua scrittura capace di creare suspense, di pagina in pagina.
Il protagonista, fuggiasco da se stesso, racconta sempre cose differenti ai personaggi che incontra man mano durante la sua permanenza nell'isola. Probabilmente (ma sarà vero?) ha gestito una libreria antiquaria a San Francisco, ha avuto e non ha più una moglie e una piccola figlia. Scende dal treno proveniente da Parigi con l'intenzione di crearsi una nuova esistenza a La Plata. Prende stanza nel più lussuoso albergo della piccola capitale, un antico edificio, pieno di vecchi libri, e qui incontra la veneranda proprietaria. S'innamora della vista di cui può godere dalla sua stanza in cima alla torretta e fin dal primo incontro, fa amicizia con un'affascinante signora australiana, molto intraprendente, quindi anche con il di lei consorte, démi-gay.
In seguito, il bell'Alexander fa colpo anche su i Quay, la famiglia più importante di questo strano luogo che sembra essere abitato soprattutto da sradicati. Prende in affitto da loro un grazioso nido, molto pittoresco, in carattere con la stranezza del luogo e di tutto quello che va accadendo, e prova attrazione — dopo aver avuto un'ardente liaison con l'australiana — per una delle sorelle Quay, una trentottenne nubile e non proprio irresistibile, dotata però della grazia della compostezza e di sensibilità. Come a dire, l'esatto opposto dell'australiana.
A questo punto, ci scappa il morto (a dire il vero più morti) e il nostro viene tenuto d'occhio: gli confiscano il passaporto e la vicenda si fa sempre più aggrovigliata e penosa per il protagonista. I colpi di scena si susseguono irresistibili e il finale è il vero tocco di bravura che stupirà più che mai l'incuriosito lettore.
Pubblicato in ARENA e BRESCIAOGGI il 6/3/2014



Grazia Giordani





Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 06 Marzo 2014

Torna all'indice delle Recensioni