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Il cervello di Alberto Sordi
di Tatti Sanguineti, Adelphi

La mente di Sordi

La mente e il braccio: coppia artistica formidabile, lo sceneggiatore Rodolfo Sonego e Alberto Sordi


La mente e il braccio: coppia artistica formidabile, lo sceneggiatore Rodolfo Sonego e Alberto Sordi


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Se amate il cinema e il suo retropalco, se nei vostri gusti rientra un volume matrioska che dentro i suoi settori ne contenga altri, degradanti in misura, ma non in interesse, proprio in questi giorni Tatti Sanguineti vi ha servito, col suo Il cervello di Alberto Sordi- Rodolfo Sonego e il suo cinema (Adelphi, 588 pagine, 26 euro).
L'acuto critico cinematografico — che, senza onomastica economia, si chiamerebbe Gaetano — giornalista, attore, autore televisivo, documentarista, sceneggiatore e regista, si aggira dentro spazi dove è di casa, rendendo coinquilini anche noi della sua verve effervescente e scanzonata. Così ci è dato leggere un librone sul cinema, nato da lunghe conversazioni fra l'autore e uno dei personaggi, meno noti al grande pubblico, ma più singolari e influenti del cinema italiano del periodo d'oro: Rodolfo Sonego, sceneggiatore di tutti i film più importanti di Alberto Sordi, dal Vedovo a Una vita difficile, allo Scopone scientifico, solo per citarne tre tra i moltissimi.
Questo è il pretesto per regalarci attraverso la voce abrasiva del bellunese Sonego e di altri autori — che intercalano, come affluenti degli affluenti, il flusso principale — uno spaccato della vita in cui hanno vissuto attrici della statura della Mangano, della Lollo o di Laura Antonelli, mentre regnava il produttore Carlo Ponti, spilorcio come riescono a esserlo solo i ricchi, e imperavano registi della grandezza di Fellini, Visconti, Rossellini, De Sica, Antonioni, solo per citarne alcuni fra i molti fotografati dalla penna implacabile del bellunese che ci fa ridere e sorridere. Come quando descrive il censore del cinema italiano Giulio Andreotti, disinvoltamente in grado di scrivere una lettera persino a se stesso. Una scena da film di Fellini: Sonego e Sordi stanno preparando la richiesta per una sovvenzione, da presentare al sottosegratariato allo Spettacolo, dipendente direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, quando entra Andreotti, allora sottosegretario di De Gasperi con la delega, appunto, allo Spettacolo. Non può non ascoltare e interviene: «No, troppo ampollosa. Scrivete piuttosto così...» e detta lui la lettera che gli sarà indirizzata.
Le trame dei film e gli spicchi di vita dal mondo del cinema sono solo pretesti per proporci ritratti di personaggi, ma anche il ricordo di sogni e speranze di gente che sapeva e poteva sperare ancora. Tutta la narrazione è permeata dal genio di Alberto Sordi. Indiscutibile la sua grandezza di attore, ma il racconto lo rivela molto meno dotato quale «uomo di cultura», come si sarebbe detto allora: non si atteggiava a pensatore, anche perché c'era Sonego, perfettamente calato nel ruolo, mentre Sordi si preoccupava piuttosto della cultura popolare, di non perdere il contatto con la sensibilità del suo pubblico”.
Ma chi è Sonego? «Ecco, io — come uomo — sono l'esatto contrario del personaggio che continuo a raccontare e al quale presto le battute che Sordi pronuncia da vent'anni sullo schermo», rispondeva il veneto testardo che ha creato i personaggi indimenticabili interpretati dallo scettico romano . Montanaro dalle umili origini («Ho messo le prime scarpe a nove anni»), partigiano combattente, scoperto come formidabile narratore nel 1947 a Venezia da un collaboratore di Roberto Rossellini, che individua il talento e lo fa chiamare subito a Roma. A Cinecittà Sonego aggiunge alle sue capacità l'aiuto di una collaboratrice formidabile. Infatti, proprio a Roma nel 1950, conosce Allegra Rossignotti, che dopo poco diverrà sua moglie. «Batteva a macchina come un fulmine, capace al punto che molti altri sceneggiatori le chiedevano di lavorare per loro». Senza di lei, ammette spassionatamente, certi copioni forse non avrebbero visto la luce, e non solo per la trascrizione materiale: una penna preziosa, questa femminile, sensibile come sanno esserlo solo le donne, quando sono sensibili.
Un volume imperdibile questo collage sapiente di Sanguineti, una storia dentro le storie, con Federico Fellini che viaggia in macchina a cercare ispirazioni, Ennio Flaiano dalla leggendaria intelligenza e Grace Kelly nostalgica del mondo abbandonato, ma severa protagonista del suo ruolo da principessa. Non mancano, in queste folte pagine, flash fulminei del caustico Sonego, crudeli come punture d'insetto: «Enrica Bonaccorti. Come convincerla che non ha niente di divino?» Lo spirito concreto di Sordi sembra aleggiare persino quando l'autore non ne parla direttamente.
C' è una data di «nozze» precisa: il 1954 in cui artisticamente s'incontrano Alberto Sordi e Rodolfo Sonego, classe 1921. L'unione è finita alla morte di Sonego nel 2000, Sordi lo seguì tre anni dopo, quando ormai si era ritirato dalla vita attiva di attore. Ma ci sono unioni artistiche che durano oltre la morte, oltre le penose questioni ereditarie che hanno riportato alle cronache Alberto Sordi, lui che della sua vita privata non era geloso: gelosissimo.


Grazia Giordani Il genio che fornì le ide
1 maggio 2015

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 03 Maggio 2015

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