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Giochi proibiti
di Francois Boyer, Adelphi

Giochi proibiti, l'infanzia vissuta con gli adulti assenti
Giochi proibiti, l’infanzia vissuta con gli adulti assenti
Grazia Giordani
Incontriamo in “Giochi proibiti” di François Boyer un romanzo molto toccante, fuori dagli schemi classici, edito da Adelphi (pp.130, euro 16, nella bella traduzione di Maurizio Ferrara). A lungo ignorate dalla critica letteraria, queste pagine, scavalcate dal successo della trasposizione filmica di René Clément, si impongono oggi con grande forza per l’audacia dell’Autore, per il suo sguardo feroce e compassionevole. E per il radicale rovesciamento di prospettive che suggerisce. In “Giochi proibiti”, pur svolgendosi la trama in epoca nazista, il conflitto vive soprattutto negli atteggiamenti, nei gesti, ingenui e scontrosi di una bambina di nove anni, Paulette, cui le incursioni aeree hanno ucciso entrambi i genitori e nell’incantevole grazia e nelle rabbiose collere, subito tradotte in pianto, di Michel, diventato suo compagno di giochi. Teatro dell’azione è una selvatica campagna francese, dove gli adulti ottusi e litigiosi pensano solo al lavoro. I due bambini inventano un gioco, che darà il titolo al romanzo, un gioco segreto, “proibito”: quello di creare un piccolo cimitero con gli animaletti morti che incontreranno lungo il loro cammino. Seppelliranno gli animali, sovrastati da croci rubacchiate dove riescono a trovarle. Incontriamo nella narrazione, espressa in lingua aspra e molto incisiva, due famiglie di contadini ottusi, con i paraocchi, un parroco di campagna che non brilla certo per intelligenza. Entriamo anche noi dentro le pagine del romanzo, partecipi delle liti, di un funerale col carro funebre che non ha più le croci, sottratte da Michel per onorare la sepoltura dei piccoli animali. Forse l’idea dello strano gioco nasce proprio dal clima funebre che si vive in un periodo bellico dove la morte ha mietuto vittime innocenti come il padre di Paulette. Inoltrandoci nella lettura abbiamo la sensazione che Paulette e Michel, abbandonati a sè stessi da adulti inebetiti dal lavoro dei campi, privi di ideali, affrontino insieme il poderoso compito di farsi una ragione del Male e di elaborare il lutto della loro infanzia.
François Boyer1929-2003) è autore di numerosi romanzi fra cui Bébert et l’omnibus (1952) e Le petit Bougnat (1970); è stato anche un celebrato sceneggiatore ( tra gli altri del notissimo La guerra dei bottoni). Giochi proibiti è apparso in Francia nel 1917.

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 20 Ottobre 2022

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