Recensioni e servizi culturali


Soltanto scie sul mare
di Maria Sardella, GFE

Demenza se la realtà travolge una famiglia
Demenza se la realtà travolge una famiglia
Grazia Giordani
Già conoscevamo l’originale penna di Maria Sardella che ne “La luna in gabbia” ci aveva dato prova di un realismo magico che sarebbe piaciuto a Garcia Marquez e ad Elsa Morante. Ora, nel suo nuovo romanzo “Soltanto scie sul mare” (GFE editore, pp.162, euro16) l’Autrice ci offre una visione più reale della vita, raccontandoci cosa può accadere in una famiglia quando i figli si allontanano dagli stereotipi familiari, rinnegandone l’impostazione. Il romanzo si apre con la morte della protagonista, quella Irene tanto attenta, premurosa, che colpita dalla demenza senile, muta personalità. Una madre votata alla famiglia, al marito Antonio, ai figli Anna, Stefano e Michele. Una madre pronta ad accettare anche le diversità sessuali, senza fare tragedie. Toccò ad Anna, la figlia dotata di propensioni artistiche, il suo click scattava foto molto pregevoli, il compito di aiutare il padre a tirare avanti. Irene, all’insorgere della malattia, comincia a tappezzare tutte le stanze, tutti gli angoli della casa, con dei “pizzini” dei foglietti in cui annota notizie irrisorie, quasi un maxi diario della sua esistenza. Fatto più grave, inizia a perdere la strada di casa, devono recuperarla ora il marito, ora i figli. Irene avrà, purtroppo, anche un ricovero all’ospedale. La malattia devastante, procede inesorabile. Stefano ha preferito abbandonare i suoi studi universitari per dedicarsi al mondo della moda, vivendo con un compagno. Michele ci sembra il più generoso, il più normale di questi tre figli. Prima della morte di Irene ci sarà una gran festa di compleanno. ”Irene –scrive l’Autrice- si agitava in prossimità di una riunione di famiglia. Irritata con sé stessa, attraversata da sentimenti contrastanti, scissa tra il desiderio di vederci di nuovo in casa tutti insieme e la previsione di battibecchi tra Anna e noi due, soprattutto tra Anna e Michele. Si sentiva presa da due fuochi. Avrebbe voluto vederci innocenti come da bambini, ma questo accadeva raramente da quando ognuno di noi aveva preso la sua strada. Anna in giro per il mondo, io a Milano e Michele nel suo appartamento nuovo in città. In genere le dispute partivano da inezie per finire in vere e proprie battaglie. Allora le voci si alzavano di tono, le sedie allontanate, le porte sbattute. Il cibo intatto sulla tavola. Il vino nei bicchieri, il dolce in frigorifero. E lei e Antonio con quel boccone in gola che non andava giù a guardarsi mortificati”. Con questa trama ricca di spunti interessanti l’Autrice ci offre una storia di famiglia che ci intriga, ci seduce perché è anche una narrazione sulla vita e sulla morte, sulla ribellione, sulle contraddizioni tra le persone alla ricerca della propria identità. Il tutto espresso con una prosa colta, impeccabile che coinvolgerebbe il lettore anche al di là della trama.
Maria Sardella nata a Canosa di Puglia, vive a Brescia dal ’75. Ha pubblicato nel 2009 “Così è la vita amore mio” (Matera, Altrimedia Edizioni2009) Primo Premio al Città dei Sassi 2008, la traduzione di Tahar Djaout, “L’ultima estate della ragione” (Brescia, Bibliofabbrica, 2009), Premio Qualità per la traduzione nella Fiera della Microeditoria di Chiari nel 2009. “La musica del mais” (Brescia, Bibliofabbrica, 2015) e “La luna in gabbia”(Martina Franca, PubGold, 2017). Tra gli otto vincitori nel 2010 al contest Blusubianco, Scuola Holden di Torino, col racconto “Ce n’est qu’un debut”. Col romanzo “La linea”, ha vinto il Premio Inedito delle colline di Torino nel settembre 2021. Gestisce il blog Otium (www.ipazziando.blogspot.com)

Grazia Giordani

Data pubblicazione su Web: 06 Giugno 2023

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