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Belcanto di Ann Patchett, Neri Pozza

STORIA D'AMORE E DI LOTTA RITMATA DALLA MUSICA DEL CUORE
Quale messaggio vuole comunicare al lettore Ann Patchett col suo nuovo romanzo "Belcanto" che Neri Pozza ha portato in Italia, ben tradotto da Luciana Pugliese?
L'assunto dell'autrice di tre romanzi di grande successo ("The patron Saint of Liars" - Notable Book of the Year del new York Times -; "Taft" - vincitore del Janet Heidinger Kafka Prize -, e "The Magician's Assistant", tra i maggiori best sellers americani), ci sembra essere quello di voler dimostrare come la legge del cuore abolisca ogni barriera e liberi da pregiudizi quanto può unire o dividere gli esseri umani.
Pagine pervase da un ritmo musicale, popolato dai più bei nomi della lirica e della musica strumentale - da Puccini, a Verdi a Wagner, passando attraverso Chopin e Schumann, per citare solo alcuni degli autori che lasciano tracce del loro pentagramma dentro il romanzo -, quelle della Patchett, non sono esenti da note ironiche, atte a stemperare il rischio di un effetto di eccessivo "dolciastro".
Personaggio centrale dell'opera è Roxane Coss, vero usignolo della lirica, che ci appare nell'incipit, mentre ha appena finito di cantare nella villa del presidente dello Stato sudamericano dove si sta svolgendo un fastoso ricevimento in onore del signor Hosokawa da sempre innamorato della eccezionale cantante. Insieme alla musica, il lettore sente lo scoppio degli applausi dei numerosi ospiti radunati nel tripudio della festa.
Un buio inquietante ed improvviso cala ad oscurare la gioiosa serata.
Perché dei passi rimbombano minacciosamente nei condotti d'aria e sciamano dietro le porte?.
Il clima di suspense è intenso e non tarda a farsi consapevolezza, fra gli ospiti, che è in atto un attentato con intenzioni di sequestro del presidente Masuda, che aveva assicurato la sua presenza all'importante ricevimento in onore di un ospite di spicco come Hosokawa. Ma - ironia delle ironie - Masuda è assente perché non può perdere la puntata di una soap opera a cui non sa assolutamente rinunciare…A fare le spese di questa sua maniacale consuetudine, sarà quindi il vcepresidente che, dai brigatisti e guerriglieri, viene anche ferito.
Gli ospiti vengono fatti stendere a terra; il giovane pianista innamoratissimo dell'incantevole Roxane muore per un'ipoglicemia diabetica, preso più dal fascino della cantante che dalla cura della sua malattia.
Il clima di tragedia pian piano si stempera, creandosi un'atmosfera di minor tensione tra ostaggi e terroristi che - per virtù del "belcanto"-, come gli omerici compagni di Ulisse, che non hanno saputo resistere alla voce delle sirene, molto più ragionevolmente nella pagina dell'autrice americana, si tramutano in esseri che "non potendo ottenere quello per cui erano venuti, decisero di prendere quello che c'era (…) proprio la stessa cosa per la quale viveva il signor Hosokawa.
A questo punto, il lettore è giustificato se pensa che sarebbe una vera manna - soprattutto negli attuali momenti bellici mondiali - se si potesse verificare questa teoria patchettiana del "volemose bene" al suono del belcanto.
Tornando al romanzo, abitato da molteplici figure femminili, fra cui fa spicco la generosa Carmen (che avrà pure la sua parte di gratificazione tra le braccia dell'aitante Gen), non poteva mancare un happy hend, con soddisfazione anche dell'importante giapponese, vissuto in perpetua attesa ed ammirazione della melodiosa cantante. Sarà proprio Carmen a condurlo al talamo del suo idolo musicale e, in una notte bagnata da una pronuba luna, si concretizzerà il sogno d'amore.
La grande cantante lirica avrà anche proseliti: il giovane Cesar sarà in grado di imitare la sua voce e diverrà un allievo prediletto, simbolo della continuità del potere della musica, in endiadi con l'amore.
Ci sarà un matrimonio finale, abbastanza e piacevolmente a sorpresa: grande potere dei romanzieri che possono piegare la realtà al meglio, secondo l'estro e la convenienza!.
Insomma tutto o quasi sembra finire a tarallucci e amplessi, con mitra sconfitti dalla forza del belcanto, anche se ci scappa qualche vittima innocente, non troppe, per la verità.

Grazia Giordani

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