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L'informazione di Martin Amis, Einaudi

L'INVIDIA DELLO SCRITTORE
L' "informazione" di Martin Amis : un libro esplosivo di uno scrittore scomodo che usa le parole come fossero pallottole, felice di creare scandalo.
Il nuovo libro di Martin Amis - L'informazione - pubblicato a Londra nel '95, e in Italia per i tipi dell'Einaudi, è diventato un caso prima ancora di uscire perché l'autore non si fa scrupolo di raccontare intrighi e rivalità tra letterati, anche e soprattutto a letto. Sembra che la cifra di cinquecentomila sterline, ovvero un miliardo e trecento milioni, ottenuti dall'autore per il suo esplosivo romanzo, abbia letteralmente sconvolto l'establishment letterario britannico e l'invidia che fa muovere il motore letterario non solo londinese, è esplosa come una bomba. Amis dai suoi connazionali è stato quindi descritto come un uomo avido e mosso da spietato cinismo, insomma un maudit in chiave moderna, uno spregiudicato senza pietà.
Amis è figlio d'arte, nato da Kingsley, il "leone di Hampstead", e possiamo proprio dire che buon sangue non mente, vista la forza esplosiva di lessico e situazioni che il nostro autore sa mettere a punto, tenendo sempre d'occhio l'invidia, anzi regalandole il ruolo di protagonista del suo romanzo.
Uno scrittore fallito - Richard Tull - sogna la sconfitta e caduta dell'amico Gwin Barry, come lui impegnato nel mondo delle lettere, ma con successo sterpitoso. Il caso si è fatto clamoroso perché nei personaggi del romanzo molti intellettuali si sono visti "fotografati", o meglio riconosciuti nei loro tic e debolezze : le agenti e le amanti, gli editori. Qualcuno della stampa londinese ha ipotizzato che il mediocre e vincente Gwin abbia preso le vesti dello scrittore Julian Barnes, un tempo amico - e ora nemico acerrimo - del nostro spregiudicato autore e marito della di lui (per forza di cose ormai ex agente) Pat Kavanagh.
I due amici quarantenn, protagonisti del romanzo, sono compagni di studi, ma Gwin ha grande e immeritato successo, e - di conseguenza - denaro, una casa lussuosa e una moglie di gran classe, mentre Richard, dopo un lusinghero inizio, fallisce in tutto, dalla vita privata a quella di scrittore, costretto a vivere di recensioni, nella quasi povertà e con una moglie apparentemente scialba. Scopo ossessivo di Richard, martellante come una mania, diventerà dunque quello di distruggere l'invidiato e odiato Gwin, a tutti i livelli, con risultati boomerang, che gli si ritorcono contro, non solo nel campo letterario, ma anche in quello umano e personale.
Amis, in conseguenza di questi fatti, ha abbandonato il suo agente per accettare l'offerta astronomica di cui si è già detto, incurante di rompere vecchie amicizie, con una disinvoltura che gli ha fruttato la nomea di cinismo. Al di là di qusti pettegolezzi, va però sottolineato che Amis ha scritto un libro eccellente, usando la sua vicenda personale, con penna al vetriolo, scatenandosi in una brillante "danza"di piani e personaggi, rimescolando situazioni, con alternanza di abili paradossi, che regalano una nota di novità al tradizionale romanzo di costume, non solo per originalità di costruzione, ma anche di lessico. Indovinare i bersagli diventa un gioco minore, tanto è intrigante la vis narrativa e la capacità ludica di mescolare veleni del nostro autore, spregiudicato cantore dell'invidia britannica e mondiale.
Martin Amis, piuttosto che l'odio da cui è circondato in patria, avrebbe meritato il "Booker Prize", il più importante premio letterario britannico, che naturalmente non gli è stato conferito, ma non sembra che la cosa lo abbia troppo turbato, anche se i giornalisti inseguono la sua ex moglie, i suoi figli, i suoi amici e scrivono cose terribili anche su suo padre, scomparso da poco.
Tutto sommato ci sembra che Amis stia pagando un prezzo troppo alto, persino più esorbitante di quello del compenso ricevuto : il prezzo illimitato dell'invidia.

Grazia Giordani

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