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Lady Hamilton di Gilbert Sinoué, Neri Pozza

LADY HAMILTON, LA FAVOLOSA ESISTENZA DI UNA FEMME FATALE
L’abile penna di Gilbert Sinoué, già autore del Ragazzo di Bruges, questa volta ci regala un affascinante ritratto della mitica Lady Hamilton, nell’omonima biografia romanzata (titolo originale, L’Ambassadrice) che Neri Pozza porta in Italia per noi, tradotta con impegno brillante da Giuliano Corà.
Chi avrebbe mai potuto prevedere che una ragazza di umilissime origini, nata in un oscuro angolo di Inghilterra, ex venditrice di carbone, bambinaia e – appena sedicenne – ragazza madre, sarebbe giunta agli apici della scala sociale, sposando addirittura lord William Hamilton, Ambasciatore di Sua Maestà nel Regno di Napoli, riverita e temuta a corte come confidente della Regina Maria Carolina; infine amante dell’eroe Orazio Nelson? Sembrerebbe una favola, addirittura una trama già predisposta per un romanzo, invece è realtà storica che Sinoué sa bene intessere con la sua inventiva di scrittore, creando un affresco che intriga l’interesse del lettore.
Certo, buona parte del fortunato climax di Emily Lyon, poi lady Hamilton, quindi adorata amante del grande Nelson è dovuto alla sua mitica bellezza se quattordicenne «è più che bella, è magnifica (…) L’ovale del suo volto, incorniciato da folti capelli castano-dorati, sfiora la perfezione. La bocca dalle labbra vermiglie accenna un sorriso in cui la seduzione si mescola all’ingenuità. Gli occhi sono di un blu profondo, iridati di riflessi viola. Nel fremito delle labbra socchiuse si intuisce tutta la sensualità del mondo…» Ma non solo la sua rara avvenenza ha concorso alla sua folgorante ascesa. Emma era dotata di capacità artistiche: cantava con voce d’angelo e recitava e le sue capacità mimiche (i suoi «atteggiamenti») sono rimasti famosi.
Il fior fiore dei pittori del suo tempo si sono contesi l’onore di eternarla in ritratto. Fra costoro: Reynolds (di cui, proprio in questi giorni, si può ammirare l’opera nella mostra ferrarese) e Romney, platonicamente innamorato della giovane seduttrice, di cui in copertina della biografia, splende il delizioso Circe, uno dei tanti elogi della bellezza di Emma, attualmente conservato nella Tate Gallery di Londra.
La scalata della nostra eroina non è certo stata una corsa senza intoppi. Umiliazioni iniziali non le sono certo state evitate. Madre clandestina di una figlia (Little Emma) senza padre, respinta dal suo protettore Greville che tanto aveva amato. Dall’incontro con lord Hamilton inizia il suo momento di fulgida fortuna sociale, politica e personale. Adorata dal nobile ambasciatore, troverà tutte le porte aperte al suo passaggio, a tal punto amata dal suo generoso marito, da tollerare, anzi favorire il suo incontro col giovane capitano Orazio Nelson, entrato nella rada di Napoli, un mattino del 1973 a bordo dell’Agamennone. William, Emma ed Orazio formeranno un chiacchieratissimo “terzetto”. Ma che importa? Quello che conta agli occhi dei suoi uomini sarà la felicità di questa ammaliatrice sensualissima , generosa in tutti i sensi e scialacquatrice di fortune. Emma non aveva misura. Emma cavalcava la gloria.
Struggenti e teatrali le pagine della vittoriosa battaglia di Trafalgar e della morte di Nelson che fu rimpatriato dentro una grande botte di brandy, per la conservazione delle sue spoglie mortali. Chi avesse visitato il londinese Museo delle Cere, ritroverebbe il clima guerriero, tra spari e clangore di guerra, così ben descritto dall’autore. Dopo tanta gloria, adeguata caduta per la nostra femme fatale e per Horatia la piccola nata da quel grande amore. Non si trovano più i documenti in cui Nelson si era premurato di garantire il futuro di figlia e amante . Lo Stato garantisce solo Fanny, la moglie legale e i parenti di Nelson.
Emma, rifugiatasi in Francia, chiuderà i suoi miseri ultimi giorni a Calais. Nei registri della città si potrà leggere: «A.D. 1815, dame Emma Lyon, dell’età di cinquantun anni, nata nel Lanchashire in Inghilterra, domiciliata a Calais, figlia di Henry Lyon e di Marie Kidd, vedova di William Hamilton, è deceduta il 15 gennaio, all’una del pomeriggio nel domicilio del signor Damy, in rue Française».
Dentro la sintetica aridità di questo documento, possiamo leggere la piccola fine di una grande favola.

Grazia Giordani

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