Recensioni e servizi culturali
Una figlia a sorpresa di 
  June Spence, Corbaccio
  Le altre  di Kirsty Crawford, Corbaccio
Letteratura al femminile
  Una letteratura scritta da mano femminile, indirizzata precipuamente 
  alle donne? Sì, questo è l’assunto preso da Corbaccio, casa 
  editrice da tempo attenta al gentil sesso, che ha appena pubblicato Una figlia 
  a sorpresa di June Spence (titolo originale: Change Baby, pp.280, euro 15, tradotto 
  da Cecilia Scerbanenco) e Le altre di Kirsty Crawford (titolo originale: Other 
  Women, pp.400, euro 17, traduzione di Silvia Bogliolo).
  Sarebbe interessante, a questo proposito, porre l’accento sulla tendenza 
  del mondo femminile a privilegiare letture che sanno soffermarsi sui sentimenti 
  a vasto raggio dall’amore materno-filiale a quello uomo-donna, regalando 
  momenti di sogno, di evasione dal tran-tran domestico di un’esistenza 
  spesso grigia, senza voli in cieli consolatori. Come a dire che il dream di 
  carta è quasi un piccolo eccitante contro la noia del quotidiano e dell’incomunicabilità 
  tra le mura di casa.
  E così la Spence, con la sua opera prima, ci propone un romanzo coraggioso, 
  collaudata già dall’aver pubblicato racconti sulle più prestigiose 
  riviste specializzate, vincitrice del “Willa Cather Prize”. La sua 
  “figlia a sorpresa” del romanzo è la minore di tre fratelli, 
  nata quando la madre era ormai alle soglie della menopausa.
  In proposto la madre le raccontava di “aver riso come Sara, la moglie 
  di Abramo, anziana e sterile, dubbio e gioia mescolati assieme, quando aveva 
  saputo che era stata benedetta all’impossibile età di quarantanove 
  anni”. Una gravidanza tardiva accolta con gioia, come un frutto raro, 
  proprio perché fuori stagione.
  La figlia inaspettata sa guadagnarsi la sua indipendenza, uscendo di casa, sfuggendo 
  alla stagnazione di una piccola città di provincia del sud degli Stati 
  Uniti, ma ventiquattrenne è costretta a fare ritorno negli spazi domestici, 
  a causa di un incidente occorso alla madre. Qui nasce l’occasione per 
  intimi colloqui, frugando in un passato che altrimenti sarebbe rimasto inesplorato. 
  Misteri di famiglia e scheletri nell’armadio balzano fuori dall’ombra 
  in un dialogare a tre voci tra madre, figlia e amica della madre. Così 
  Avie, l’enfant gâté, matura, cresce, acquisisce consapevolezze, 
  giungendo a una più completa comprensione di sé e a una visione 
  più lata di progetti per il suo futuro. Ritornare alle proprie radici 
  significa anche scoprire i segreti della propria identità.
  Le altre della Crawford – che ha lavorato, dopo gli studi oxfordiani, 
  come editor di narrativa in molte case editrici, prima di dedicarsi a tempo 
  pieno all’attività di scrittrice – è un romanzo che 
  entra nei meccanismi del matrimonio, dell’amicizia fra donne e dell’amore. 
  Teatro dell’azione è una bella villa della campagna inglese, Rawlston 
  House, dentro cui convivono differenti destini. Incontriamo la proprietaria, 
  vedova con tre figli, che ha preso la decisione di vendere parti della sua casa 
  per affrontare la difficile situazione economica in cui è incorsa. Verrebbe 
  da dire: dalla padella nelle braci, per la vedova che si vedrà coinvolta 
  nei problemi dei suoi nuovi vicini, ovvero una moglie adorante nei confronti 
  del marito, incapace di stabilire un positivo rapporto con la figliastra e piena 
  di dubbi sul passato dello sposo. A costoro si aggiunge una nuova figura di 
  donna, allontanata dalla sua adorata Londra per compiacere il marito. Abbiamo 
  qui un terzetto al femminile, tre vite legate le una alle altre. Si sa che le 
  amicizie fra donne possono comportare risvolti pericolosi. E sarà compito 
  delle lettrici scoprirne i lati oscuri, perché questo genere di letteratura 
  d’evasione, confezionata su misura proprio per loro, non vuol certo procurare 
  ernie cerebrali per lo sforzo di comprendere, ma solleticare la curiosità 
  con colpi di scena e brividi piacevoli, ritmati da una scrittura, chiara, moderna, 
  spesso frizzante e vaporosa, pronta a fare buona compagnia, come un film leggero, 
  un viaggio in paesi e consuetudini lontane, prendendo a prestito la forza delle 
  emozioni sentimentali narrate da autrici a noi contemporanee.
Grazia Giordani