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Storie di provincia 11

Loreto Real
«Taca, Paola! – Comincia, Paola!» Questa era l’esortazione con cui il nostro medico di famiglia incitava la moglie a dare inizio alla recita del rosario. Mio marito ed io eravamo seduti nella loro spaziosa automobile, vestiti casual, liberi, sportivi, perché ci stavamo recando tutti e quattro nella loro confortevole villa con piscina sul Garda.
Veramente eravamo in cinque, perché sulla spalla del nostro simpatico dottore, uomo profondamente pio – in stretta omonimia col neo santo pugliese! – stava appollaiato, con grande fierezza, Loreto Real, il pappagallo di casa, divenuto nietzscheanamente “umano, troppo umano”. Ed ora sentirete il perché.
Troneggiava – dicevamo – sulla spalla del nostro religiosissimo medico – partecipando anche lui alla recita del rosario, perché, giunti alle litanie che i coniugi intonavano in latino, il compunto Loreto, con voce tonante e nasale, ad ogni «Turris eburnea» o «Rosa mystica», rispondeva: «Ora pro nobis!»
A noi, divisi tra ilarità e meraviglia, la moglie del dottore, ha a questo punto, raccontato che, quando la mattina si recava regolarmente in chiesa, se Loreto era vicino alla finestra, a qualcuno che suonava il campanello o bussava alla porta, usava gridare, con voce perentoria: «La Paola xe ‘ndà a messa! – La Paola è andata a messa!»
Loreto non credo mi amasse particolarmente, perché durante i succulenti pasti a cui eravamo invitati, dal suo trespolo mi sogguardava in tralice e vistosamente imitava la mia risata, captandone, con finissimo orecchio, e pappagallesca ironia, anche le note più sotterranee e nascoste, quelle che a me stessa erano sfuggite.

(alla prossima)