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Certo è
che – dopo esserci fatti un antipastino di T.S. Eliot con
una visione tanto macabra della vita – adesso abbiamo voglia di
evadere con ricordi meno strazianti e tenebrosi.
Riprendiamo, dunque, con qualche flash sul teatro, quello nostro di provincia,
con i camerini scomodi (che scandalizzavano Pani per l’ “inospitalità”);
le signore in “ghingheri” per l’occasione; gli applausi
fuori luogo se si trattava di un concerto…possibile che non sappiano
leggere il programma, applaudendo quando i “tempi” sono tutti
conclusi?
Mi viene in mente una serata musicale divertentissima – non tanto
per l’esecuzione dei cantanti, normale, piacevole, senza intoppi
– quanto per come ci è stata presentata. L’allora presidente
della Pro Loco, ha annunciato con voce tonante: «Adesso, sentirete
l’esecuzione di una mezza soprano… Birichina, com’ero
io a quel tempo, ho scritto nel pezzo per il “Carlino”: «Terrore
in sala. Il pubblico ha temuto di veder comparire un soprano tagliato
a metà!»
Sempre lo steso presidente, nelle lotterie a premi, consegnava : un ombrello
ai signori e un’ombrella, alle signore, perché –
aggiungo io – è sempre bene mantenere un distinzione tra
i sessi…
Ah, provincia, provincia…
Paola Borboni era arrivata da noi, con i postumi di un infortunio ancora
evidenti e recitava appoggiandosi a un trespolo, inondando il teatro della
sua sonora voce, unica parte di lei a non essere invecchiata.
Per onorarla al meglio, il sindaco aveva fatto allestire un “dopoteatro”,
non più ristretto agli addetti ai lavori, ma a tutto il pubblico
della serata.
Tartine, pasticcini, bibite, vinello, occhieggiavano sdraiati su appositi
tavoli, imbanditi per l’occasione.
«Si serva, Signora, prenda, le ingiungeva il primo cittadino, sollevando
calice e vassoio».
Ancora, credendo di non essere stato udito: «Cosa preferisce? Cosa
possiamo offrirle?».
E lei con voce stridente, rabbiosa e super impostata: «Ma sindaco,
non ha ancora capito che non voglio nulla, che non ho fame?»
Da in fondo al foyer si è sentita una voce non meglio identificata:
«Assa perdare, sindaco, eto mia visto che oramai l’è
’na vecia rimbambìa?»-«Lascia perdere, Sindaco,
non hai mica visto che ormai è una vecchia rimbambita?».
(alla prossima)
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