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Storie di provincia 5

Certo è che – dopo esserci fatti un antipastino di T.S. Eliot con una visione tanto macabra della vita – adesso abbiamo voglia di evadere con ricordi meno strazianti e tenebrosi.
Riprendiamo, dunque, con qualche flash sul teatro, quello nostro di provincia, con i camerini scomodi (che scandalizzavano Pani per l’ “inospitalità”); le signore in “ghingheri” per l’occasione; gli applausi fuori luogo se si trattava di un concerto…possibile che non sappiano leggere il programma, applaudendo quando i “tempi” sono tutti conclusi?
Mi viene in mente una serata musicale divertentissima – non tanto per l’esecuzione dei cantanti, normale, piacevole, senza intoppi – quanto per come ci è stata presentata. L’allora presidente della Pro Loco, ha annunciato con voce tonante: «Adesso, sentirete l’esecuzione di una mezza soprano… Birichina, com’ero io a quel tempo, ho scritto nel pezzo per il “Carlino”: «Terrore in sala. Il pubblico ha temuto di veder comparire un soprano tagliato a metà!»
Sempre lo steso presidente, nelle lotterie a premi, consegnava : un ombrello ai signori e un’ombrella, alle signore, perché – aggiungo io – è sempre bene mantenere un distinzione tra i sessi…
Ah, provincia, provincia…
Paola Borboni era arrivata da noi, con i postumi di un infortunio ancora evidenti e recitava appoggiandosi a un trespolo, inondando il teatro della sua sonora voce, unica parte di lei a non essere invecchiata.
Per onorarla al meglio, il sindaco aveva fatto allestire un “dopoteatro”, non più ristretto agli addetti ai lavori, ma a tutto il pubblico della serata.
Tartine, pasticcini, bibite, vinello, occhieggiavano sdraiati su appositi tavoli, imbanditi per l’occasione.
«Si serva, Signora, prenda, le ingiungeva il primo cittadino, sollevando calice e vassoio».
Ancora, credendo di non essere stato udito: «Cosa preferisce? Cosa possiamo offrirle?».
E lei con voce stridente, rabbiosa e super impostata: «Ma sindaco, non ha ancora capito che non voglio nulla, che non ho fame?»
Da in fondo al foyer si è sentita una voce non meglio identificata: «Assa perdare, sindaco, eto mia visto che oramai l’è ’na vecia rimbambìa?»-«Lascia perdere, Sindaco, non hai mica visto che ormai è una vecchia rimbambita?».

(alla prossima)